
In attesa di eventuali conferme in merito all’annuncio dell’avvenuta nascita di due gemelline in Cina con Dna modificato in laboratorio durante la procedura di fecondazione in vitro, Scienza & Vita “ritiene comunque utile riproporre alcuni interrogativi etici relativi a quest’ipotesi di genome editing, sui quali tornerà in modo analitico quando le notizie certe e scientificamente validate offriranno una seria base di riflessione”. Dal punto di vista tecnico, “un simile esperimento comporta molti rischi per il soggetto che vi si sottopone – non a caso, finora, la comunità scientifica ha bandito la sua applicazione su embrioni destinati alla nascita -, poiché non si può essere sicuri né della sua efficacia (corretta modifica del gene target), né della sua sicurezza (possibili modifiche del Dna non volute o nocive). Per di più, tali modifiche risulterebbero definitive e trasmissibili alla eventuale prole (ed in prospettiva, alle successive generazioni)”. “La brama di successo e di primazia nell’avanzamento scientifico – aggiunge l’associazione – non può eludere questi ed altri interrogativi etici pertinenti, né la società civili – in qualsiasi parte del mondo – possono rinunciare a regolamentare, con rigorosa responsabilità, procedure e finalità delle sperimentazioni, mantenendo come irrinunciabile criterio etico la promozione e la tutela della salute di ciascuna persona umana. Solo così potrà essere garantito un reale progresso scientifico, a servizio del bene integrale dell’uomo”.