Aumenta nei Centri di ascolto la domanda di chi chiede aiuto, sia in tema di povertà materiale sia in tema di povertà educativa e relazionale. Agli sportelli si rivolgono sempre più italiani, con un aumento considerevole degli “impoveriti”. È quanto emerge dal Rapporto sulle povertà, presentato questa mattina a Milano e curato dalle Caritas diocesane della Lombardia, che hanno scelto di riflettere, quest’anno, sulle modalità con cui le Caritas stesse, a partire dall’incontro coi poveri, riescono a incidere sulla vita delle comunità cristiane. Quasi 700 questionari sono stati somministrati ai Centri di ascolto della Lombardia e 14 i focus group realizzati, che consentono di tracciare un quadro delle povertà visto dagli occhi di chi ogni giorno lavora sul campo. Preoccupa l’impoverimento delle famiglie (nella misura del 46% delle risposte), la crescente mancanza o precarietà del lavoro (41,1%) la crisi dei legami familiari (22,3%), la crescita di fenomeni di dipendenza dal gioco d’azzardo (18,6%), la crisi abitativa (17,9%). “La ricerca conferma come la rete dei Centri di ascolto abbia saputo creare condizioni di cambiamento in tutta la comunità, per evitare la delega e separare le opere di carità dalla vita pastorale – afferma Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana e delegato regionale Caritas delle Lombardia -. Ora ci aspetta un grande lavoro formativo di ampliamento della rete di risposta al bisogno, creando alleanze con le istituzioni pubbliche e gli altri soggetti del terzo settore”.