Cattolici e politica: mons. Sorrentino, “oggi rischiamo l’irrilevanza”. Toniolo “uomo di sintesi” che ha saputo “intuire il futuro”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Oggi in politica noi cattolici rischiamo l’irrilevanza”. A lanciare il grido d’allarme è stato mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, postulatore della causa di beatificazione e biografo di Giuseppe Toniolo, durante la presentazione del convegno su “Economia e società per il bene comune. La lezione di Giuseppe Toniolo”, in programma sabato prossimo, 24 novembre, all’Università Cattolica di Milano. L’incontro – presentato oggi a Roma presso la sede dell’Azione Cattolica – sarà aperto dal rettore dell’Ateneo, Franco Anelli, da mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Toniolo, e dal card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei. “Toniolo è stato un uomo di sintesi, nel pensiero ma anche nella vita, perché ha saputo mettere insieme la dimensione di essere umano, credente e santo”, ha esordito il vescovo di Assisi tracciandone un ritratto: “È uno di quei personaggi che hanno saputo andare oltre la loro epoca, perché hanno saputo intuire il futuro. A leggerlo in profondità, lo si ritrova personaggio del nostro tempo, che ha saputo leggere la storia del suo tempo dentro un triangolo della crisi – crisi di pensiero, di verità e di valori – che sperimentiamo ancora oggi, nell’epoca del pensiero debole, della post-modernità, della realtà liquida, che lui aveva già messo a fuoco in tempi non sospetti, ponendosi il problema di come reagire con la forza del messaggio cristiano, che esce dalle sagrestie e diventa incontro tra fede e cultura, fede e scienza”. Tra le intuizioni di Toniolo, Sorrentino ha messo in evidenza quello di aver colto, già da allora, il tratto di “una società sempre più atomizzata, caratterizzata dalla labilità e dalla fragilità a tutti i livelli, a partire dalla famiglia e dai corpi intermedi, che nel passato erano stati una grande forza”. Toniolo, inoltre, come “profeta e stratega” anche nell’aver individuato la necessità del “solidarismo cristiano” in un tempo di “grande crisi di solidarietà, incapace di gestire ponti verso l’altro” e foriero di “diffidenza, oppressione, esclusione”, tutti temi “importanti ancora oggi, in una società che si sta mescolando”. Toniolo, infine, come fautore di “una politica ispirata, o buona politica”, la cui lezione rimane sempre attuale: “In un momento in cui noi cattolici facciamo tanta fatica, rischiamo l’irrilevanza in politica – ha concluso il vescovo – Toniolo ci dà un’indicazione di rotta da dove ripartire, per una presenza tesa non ad affermare la propria identità, ma a porsi al servizio del bene comune”.

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