
“Nell’accoglienza della Chiesa di Napoli e dal suo vescovo, il cardinale Crescenzio Sepe, vi è il segno profondo della comunione e dell’affetto che ci lega alla Comunità ucraina che piange i propri cari: un’ospitalità fraterna che è autentica solidarietà”. Lo scrive il presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, nel suo messaggio per l’85° anniversario dell’Holodomor, anticipato dal Sir. Il testo sarà letto domani a Napoli, dove verrà ricordato il cosiddetto “genocidio ucraino”, avvenuto tra il 1932 e il 1933. Sarà Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco cattolica ucraina, a celebrare, domenica 18 novembre, una Divina Liturgia. La parola “holodomor” significa letteralmente “infliggere la morte mediante la fame”. È questo avvenne nel 1932, quando Stalin pianificò una immane carestia in Ucraina per sottomettere la popolazione ucraina rurale. Morirono almeno 7 milioni di persone. “La storia delle nostre Chiese è vivificata, fin dalle sue origini, dalla fede dei martiri – aggiunge il porporato -. La loro testimonianza ci fortifica, nella consapevolezza che il nostro sguardo resta fisso ‘su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l’ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio’”.