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Giornata mondiale poveri: Caritas Umbria, nel 2017 cresciuto il numero assoluto dei poveri

Nel 2017 il numero assoluto dei poveri in Umbria è cresciuto. È quanto emerge dai dati raccolti dalla Delegazione regionale della Caritas dell’Umbria che, in occasione della seconda Giornata mondiale dei poveri (18 novembre), ha deciso di di fare il punto sul carattere multiforme e dinamico della povertà nella terra dei Santi Benedetto e Francesco. “In Umbria – afferma Marcello Rinaldi, direttore della Caritas di Orvieto-Todi e delegato regionale Caritas – il numero dei poveri assoluti nel 2017 è cresciuto soprattutto per i singoli; per le famiglie, invece, si registra un’inversione di tendenza positiva. La povertà assoluta nella nostra Regione incide in particolare per chi non ha un’occupazione e, soprattutto, per chi non ha cittadinanza italiana. Basti citare il caso che nel centro Italia l’incidenza sull’indice di povertà delle famiglie italiane è del 3%, mentre quella delle famiglie straniere arriva al 23%”.
I “poveri” interpellano ogni giorno i Centri di ascolto e le opere segno delle Caritas delle otto diocesi umbre. “Le Chiese umbre, in particolare attraverso i servizi delle Caritas diocesane (centri di ascolto, di accoglienza, mense, empori, ecc…) – aggiunge Rinaldi – incontrano i volti di queste persone. Le comunità cristiane offrono uno spazio fisico e un tempo per l’ascolto in cui tentare di dare una risposta ai bisogni primari di sussistenza, cercando di instaurare relazioni di reciprocità per sostenere le loro potenzialità espresse ed inespresse, affinché sia possibile una maggiore autonomia e una migliore dignità di vita”.
Dai dati forniti da Caritas Umbria emerge anche una crescita nelle disparità. Il reddito pro-capite in Umbria, dopo gli anni della crisi economica, torna a salire (+2,5%), a fronte però di un calo complessivo, dal 2009, del reddito familiare di 10 punti. Le famiglie il cui capofamiglia è donna o di cittadinanza non italiana sono più svantaggiate. Rilevante anche il livello di istruzione: in media una famiglia di laureati percepisce 44mila euro, più del doppio rispetto a famiglie dove il principale percettore ha un titolo di studio basso. A fronte di questo miglioramento, crescono tuttavia le disparità: anche in Umbria il 20% più povero della popolazione possiede il 6,3% delle risorse totali; il quinto più ricco, invece, oltre il 40%. Ci sono poi i “poveri assoluti”, ossia quelle persone che non arrivano a sostenere quella spesa minima mensile necessaria per acquistare un paniere di beni e servizi che nel contesto italiano è considerato essenziale ad uno standard di vita accettabile. Nel 2017 nelle Caritas dell’Umbria sono state incontrate oltre diecimila persone in povertà assoluta.