Del futuro dell’Europa dopo le imminenti elezioni, ha parlato Daniele Garrone, teologo protestante, alla tavola rotonda della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. “L’esito delle prossime elezioni sarà fortemente influenzato dalla propaganda dei vari fronti interni, dipenderà dall’impatto dei sovranismi – ha dichiarato -. La questione dei flussi migratori è epocale ma se ne farà un uso strumentale a fini interni. Il clima sarà di diffidenza verso la democrazia rappresentativa e temo il degrado del linguaggio politico e la sostituzione di alcune parole con altre. Per esempio si parla di popolo, di territori e di comunità. Quando invece si dovrebbe parlare di patto di cittadinanza. Non avrà nessun ruolo la politica estera, non importa più a nessuno. Nessuno si chiede che ruolo dovrebbe avere l’Europa nel Mediterraneo. La politica sembra sempre più ridotta ad assecondare percezioni e umori sui social network. Non c’è più l’avversario ma il nemico. In Italia – ha commentato – tutto ciò si aggiunge allo scarso senso dello Stato e delle istituzioni. Il presidente del consiglio che dice di essere l’avvocato del popolo vuole dire che abbiamo bisogno di qualcuno che ci difenda dallo Stato. Come chiese – ha sottolineato Garrone – dobbiamo prendere l’impegno sul fronte della cultura: ricominciare a costruire dai fondamentali. Dobbiamo ricominciare a raccontare la storia, spiegare che la democrazia che oggi abbiamo è giunta dopo secoli di guerre sanguinose”. “Compito delle chiese è di non fare politica ma chiedere al governo di garantire l’ordine e il diritto. Un’altra funzione delle chiese è spiegare che per esempio i corridoi umanitari non sono l’opera virtuosa di qualche utopistico ma un ragionevole paradigma di una politica che onora la Costituzione”. “Bisogna – ha concluso – ricominciare a studiare, riflettere e discutere. Reimparare a pensare prima di parlare. Sarà necessario protestare e ci muoverà la speranza di cambiare le cose”.