Assemblea

Usa: Cesario (Comm. naz. protezione bambini), “circa 130 vescovi accusati di cattiva amministrazione nei casi di abuso”

(da Baltimora) “Circa 130 vescovi, un terzo di loro ancora viventi, sono stati accusati durante il loro mandato di non aver risposto adeguatamente alle accuse di cattiva amministrazione dei casi di abuso sessuale perpetrati nella loro diocesi. Alcuni di loro sono stati accusati di aver compiuto essi stessi abusi, eppure in pochi sono stati chiamati a rispondere e hanno sofferto per le conseguenze delle loro azioni”. Il rapporto della Commissione nazionale sulla protezione dei bambini e dei giovani, presentato dal presidente Francesco Cesario ai vescovi americani riuniti a Baltimora per il secondo giorno di assemblea, è crudo e documentato. Il professor Cesario pur riconoscendo il lavoro svolto da tanti vescovi e i progressi fatti in tante diocesi nel prevenire gli abusi e nel supportare le vittime chiede un’azione decisa sulla condotta dei vescovi. “Non ci può essere riconciliazione senza conoscere la verità. I fedeli e il clero sono arrabbiati e frustrati e chiedono un’azione che mostri un reale cambio culturale”, precisa Cesario che indica quattro punti di azione per incrementare la trasparenza soprattutto dopo il report del Gran Jury della Pennsylvania dove viene chiaramente sottolineata la mancanza di chiarezza e di responsabilità da parte di alcuni vescovi.

Il primo punto di un cambio di direzione è la revisione, a partire dal 1950, degli archivi delle diocesi, dei seminari e dei file personali del clero per renderne pubblica la visione. Il secondo punto chiede di stilare una lista dei membri del clero accusati di abuso sessuale verso adulti e minori e una lista anche dei vescovi che non hanno seguito i casi in maniera appropriata. Il terzo punto afferma come necessario il coinvolgimento dei laici nel processo di revisione della condotta del clero. Un’azione investigativa sul comportamento dei vescovi è richiesta nel quarto punto assieme ad un sistema di sanzioni adeguato alle responsabilità mancate da parte dei vescovi.

Anche il caso Viganò entra nel dibattito dell’assembla. Cesario chiede che si risponda sulle azioni intraprese nei confronti dell’ex cardinale McCarrick, come viene riportato dalla lettera dell’ex nunzio, “perché si rimuova ogni nuvola di dubbio o sospetto sulla Chiesa e i più alti livelli della gerarchia non rimangano immuni alle conseguenze che le loro inazioni hanno permesso nei casi di abuso”.

Il presidente della Commissione ammette che il problema degli abusi è trasversale alla società americana perché, secondo le statistiche, un uomo su cinque commette abusi, anche nella sua famiglia, e quindi “non è solo un problema della Chiesa ma la Chiesa deve estinguere tutte le fonti di una crisi con una tale portata di dolore e di devastazione sulle anime dei fedeli” e dare in qualche modo un esempio. Infine, la Commissione chiede che l’espressione “correzione fraterna” si declini in azioni concrete effettive e significative e che “la Santa Sede intervenga qualora un vescovo non sia stato capace di agire adeguatamente sia nel passato che nel presente”.