
(da Washington) La crisi degli abusi sessuali perpetrati dal clero sarà uno dei punti cardine dell’assemblea generale della Conferenza episcopale statunitense che si apre oggi a Baltimora. È una delle sfide più impellenti che la Chiesa americana si trova ad affrontare dopo le accuse che si sono levate in molte diocesi del Paese, additando i vescovi come responsabili della copertura di questi crimini e soprattutto dopo l’annuncio dell’apertura di un’inchiesta federale a riguardo. La giornata di oggi si aprirà con un discorso di indirizzo del nunzio apostolico, a cui seguirà la prolusione del presidente della Conferenza episcopale Daniel DiNardo. I dibattiti, le relazioni e il voto sui documenti sono rimandati a domani, perché dopo i due momenti introduttivi l’intero giorno sarà dedicato alla preghiera e alla meditazione. “Guardare al problema e al male che è stato fatto” è il titolo di questo ritiro articolato in tre tempi. In ciascun modulo ci sarà una lettura spirituale tratta dal libro di Daniele e dagli scritti di Gregorio di Nazianzo e san Carlo Borromeo, l’adorazione eucaristica, la recita del rosario, il silenzio, le confessioni e le testimonianze di laici e religiosi. La prima ad offrire la sua riflessione sarà Teresa Pitt Green, una laica che con la sua associazione accompagna i sopravvissuti agli abusi e racconterà il segreto dell’accompagnamento. Seguirà Christina Lamas, direttrice associata e coordinatrice della pastorale giovanile della diocesi di Los Angeles, che spiegherà cosa i fedeli chiedono ai loro vescovi. Infine suor Teresa Maya, presidente della Conferenza delle religiose, che interverrà sul tema: “Il vescovo come ministro di guarigione”. Si concluderà con la messa.