Rischi e prevenzione

Protezione civile: Borrelli (capo Dipartimento), “vogliamo fare presto e bene”. “Lavoriamo ad una piattaforma nazionale di allertamento”

“Vogliamo fare presto e bene. È quello che si si chiede e che vogliamo mettere in campo”. Così Angelo Borrelli, capo del Dipartimento della Protezione civile, ha condensato la missione della Protezione civile nel suo intervento all’evento “Cultura di protezione civile e resilienza” all’Università Lumsa di Roma nel corso del quale questo pomeriggio è stato presentato il “Laboratorio di Protezione civile”, un corso di formazione su cittadinanza attiva e gestione dell’emergenza, nato dalla collaborazione tra l’Ateneo e il Dipartimento della Protezione Civile. Borrelli ha ripercorso la storia che ha portato alla costituzione del Dipartimento, con le diverse fasi sulla spinta delle diverse catastrofi che negli ultimi 100 anni hanno segnato la vita di numerose comunità del Paese. E, anche riferendosi a quanto successo in queste ultime settimane a seguito del maltempo che ha flagellato l’Italia, Borrelli ha ricordato il “grande impiego di risorse del mondo del volontariato” (circa 130mila quelli iscritti) con “più di 8.000 volontari ancora oggi sul campo” nelle Regioni colpite. “Li ringrazio – ha affermato il capo Dipartimento – per il lavoro che fanno quotidianamente per la collettività”. Si tratta di una “generosità del volontariato che non ha eguali, tipica del nostro Paese”.
Borrelli ha ricordato i diversi rischi a cui è sottoposto il nostro Paese: il 44% della superficie nazionale a rischio sismico, i 10 vulcani attivi “che noi monitoriamo”, il rischio idrogeologico e idraulico che interessa il 91% dei Comuni e che vede esposti 7,5 milioni di cittadini di cui 6 milioni per frane e 1,5 per alluvioni. A questi si aggiunge il rischio incendi boschivi.
Spiegando come funziona la Protezione civile basata su un sistema sussidiario, il capo Dipartimento ha sottolineato l’importanza della “misura di allertamento con bollettino di avviso meteo”. “Lo scenario apocalittico, mai visto” che si è presentato agli occhi degli italiani in questi giorni “ci hanno spinto a lavorare ad una piattaforma nazionale di allertamento”, ha annunciato Borrelli, spiegando che “nel giro di un anno, un anno e mezzo pensiamo di arrivare ad un sistema che comunica direttamente al cittadino la situazione di allertamento mediante messaggi sul telefonino con cell broadcasting e app”.
Evidenziando poi l’importanza del piano comunale di protezione civile (solo l’88% dei Comuni ne è dotato), il capo Dipartimento ha affermato che “stiamo lavorando per passare ad una pianificazione comunale omogenea su tutto il territorio nazionale, con punti definiti”. Ma ha anche rimarcato come “il cittadino ha dei doveri”, visto e considerato che “molto spesso il rischio viene sottovalutato” mentre invece “il cittadino ha il dovere di adottare quei comportamenti suggeriti dalle autorità”. Da qui anche l’idea di un “insegnamento nelle scuole della cultura della protezione civile, della conoscenza dei rischi naturali e antropici e le misure per ridurli”.
Un ultimo passaggio è stato dedicato al fabbisogno: “7 miliardi di euro l’anno sono i costi che l’Italia sostiene per rimediare i danni delle calamità naturali. Serve una politica seria di messa in sicurezza del territorio, quindi più prevenzione per avere meno esigenze di intervenire dopo”.