
“La pagina storica del primo conflitto mondiale è per tutti un severo monito a respingere la cultura della guerra e a ricercare ogni mezzo legittimo per porre fine ai conflitti che ancora insanguinano parecchie regioni del mondo”. Lo ha detto il Papa, al termine dell’Angelus di ieri, in cui ha ricordato il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale. “Sembra che noi non impariamo”, il monito di Francesco: “Mentre preghiamo per tutte le vittime di quella immane tragedia, diciamo con forza: investiamo sulla pace, non sulla guerra! E, come segno emblematico, prendiamo quello del grande San Martino di Tours, che oggi ricordiamo: egli tagliò in due il suo mantello per condividerlo con un povero. Questo gesto di umana solidarietà indichi a tutti la via per costruire la pace”. Il Papa, inoltre, ha ricordato la beatificazione, a Barcellona, di padre Teodoro Illera del Olmo e quindici compagni martiri, “uccisi per la loro fede, in luoghi e date diversi, durante la guerra e la persecuzione religiosa del secolo scorso in Spagna” e definiti da Francesco “coraggiosi testimoni” del Signore. Poi il Santo Padre ha annunciato che domenica prossima si celebra la seconda Giornata mondiale dei poveri, con tante iniziative “di evangelizzazione, di preghiera e di condivisione”. Anche in piazza San Pietro, ha annunciato il Papa, “è stato allestito un presidio sanitario che per una settimana offrirà cure a quanti sono in difficoltà”: “Auspico che questa Giornata favorisca una crescente attenzione alle necessità degli ultimi, degli emarginati, degli affamati”, l’augurio finale.