“La guerra in Iraq è finita e ora dobbiamo lavorare sulla riconciliazione e la ricostruzione. Anche gli anni di guerra più difficili in Siria sono finiti e il Paese, si spera, raggiungerà una pacificazione. Milioni di rifugiati hanno però bisogno di tornare a casa”. Lo dice al Sir l’inviato speciale per la promozione della libertà di religione o di credo al di fuori dell’Ue, Ján Figeľ, slovacco, già Commissario europeo. “Risulta evidente una maggiore consapevolezza dell’importanza della libertà religiosa – aggiunge –. Posizioni politiche, programmi diplomatici e progetti di sostegno specifici dedicati alla situazione delle minoranze religiose sono stati stabiliti negli ultimi anni in Danimarca, Germania, Regno Unito, Ungheria, Italia, Polonia”. Guardando alle situazioni più pericolose, l’inviato speciale indica “l’intolleranza religiosa, la discriminazione e la persecuzione a tutti i livelli possibili”. “I credenti sono perseguitati in molte regioni del mondo. Le minoranze, in tanti Stati, subiscono ostilità sociale, vessazioni per mano di agenzie governative o da parte di attivisti non statali”. Le principali discriminazioni vengono individuate “nell’accesso all’istruzione, nell’occupazione, negli uffici pubblici, nel diritto di proprietà”.