Economia

Manovra: Pisauro (Upb), “nel 2019 deficit al 2,6% del Pil”. “Con quota 100 penalizzazioni dal 5 al 30% su assegno pensionistico”

Nelle valutazioni più recenti “l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche si posizionerebbe nel 2019 intorno al 2,6 per cento del Pil. In particolare, la divergenza rispetto alla stima della NaDef è imputabile alla diversa previsione sulla crescita economica e all’impatto dell’aumento dello spread sulla spesa per interessi”. Lo ha affermato questa mattina il presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), Giuseppe Pisauro, nell’audizione in Parlamento riguardo all’esame dei documenti di bilancio. “La divergenza della stima dell’Upb rispetto a quella della Commissione europea – ha spiegato – deriva dall’assenza di effetti di trascinamento dal 2018, da un’ipotesi tecnica di un livello più basso dei tassi di interesse e da una stima leggermente superiore della crescita del prodotto nominale”. “Dalla data di pubblicazione della NaDef a oggi il rallentamento congiunturale, in atto dalla primavera, si è reso più evidente”, sottolinea l’Upb, per il quale “le attese sulla variazione del Pil nel 2018 restano comunque sull’1,1 per cento, marginalmente al di sotto della stima del Mef (1,2 per cento), come già segnalato in occasione della validazione dello scenario tendenziale”. Rispetto alle stime sull’anno prossimo, “vi sono nuovi rischi al ribasso”. Secondo le previsioni di breve termine dell’Upb, “la crescita del 2019 già acquisita nel trimestre in corso risulterebbe pari allo 0,1 per cento, un decimo in meno rispetto a quanto stimato in occasione dell’audizione sulla NaDef 2018”. “Tale revisione – precisa l’Ufficio parlamentare di bilancio – rende l’obiettivo del Mef sulla variazione del Pil nel 2019 (1,5 per cento) ancora più ambizioso di quanto già rilevato in precedenza”.
Riguardo alla cosiddetta “quota 100”, “in base alle stime Upb nel 2019 potrebbero potenzialmente andare in pensione con quota 100 circa 475.000 individui, di cui 437.000 contribuenti attivi”. “Qualora effettivamente l’intera platea potenziale del 2019 utilizzasse il canale di uscita quota 100 appena soddisfatti i requisiti, nell’ipotesi di assenza di finestre e quindi di assegno pensionistico erogato già a partire dal mese successivo alla maturazione di tali requisiti, si può stimare un aumento della spesa pensionistica lorda di quasi 13 miliardi nel 2019”. Per i pensionati che ne usufruirebbero, “le penalizzazioni sull’importo dell’assegno crescono da circa il 5% in caso di anticipo solo di un anno a valori oltre il 30% se l’anticipo è di oltre 4 anni”.