Intervista

Libertà religiosa: Figeľ (inviato Ue), “imparare anche l’alfabetizzazione religiosa, accanto a quella digitale”

“La libertà di religione o di credo è un criterio di civiltà. È una cartina di tornasole di tutti i diritti umani”. Lo dice al Sir l’inviato speciale per la promozione della libertà di religione o di credo al di fuori dell’Ue, Ján Figeľ, slovacco, già Commissario europeo. “In un mondo globalizzato ricco di diversità dobbiamo imparare anche l’alfabetizzazione religiosa, accanto a quella digitale”. Riferendosi alle “tre religioni monoteistiche”, l’inviato speciale afferma che “dovrebbero dare l’esempio in positivo”. “Esse svolgono un ruolo cruciale nella promozione della giustizia e della pace, specialmente in Medio Oriente, la culla della loro cultura. I fedeli del cristianesimo, dell’ebraismo e dell’islam rappresentano oltre il 55% della popolazione mondiale. Quando la maggioranza della popolazione mondiale agirà per un mondo migliore, questo obiettivo potrà essere raggiunto”. La convinzione di Figel’ è che “i leader religiosi e le comunità di fede hanno la loro quota di ‘responsabilità sociale religiosa’ per far prevalere la pace, la giustizia e lo sviluppo sostenibile”. Indicando l’impegno concreto del suo ufficio, Figel’ segnala che “per il sostegno ai diritti umani, inclusa la tutela della libertà religiosa, viene utilizzato uno strumento finanziario specifico, che può contare su un budget di 1,4 miliardi di euro”. “Per la prima volta, sosteniamo anche il dialogo interreligioso e interculturale come prevenzione dell’estremismo violento”.