Minoranze

Libano: Touma (Le jour di Beirut), “nel Paese la presenza cristiana è libera”

“In Libano la presenza cristiana è libera. Tanto che Papa Giovanni Paolo II disse che il Libano non è un semplice Paese ma un messaggio”. Lo ha detto Michel Touma, direttore di Le jour di Beirut, parlando a Torino all’incontro “La fine del Medio Oriente e il destino delle minoranze”. “Non si può capire l’Oriente solo con criteri occidentali”, ha detto Touma che ha aggiunto: “Occorre immergersi nell’Oriente, in cui la religione ha un’importanza fondamentale nel cittadino”. Ma in Libano la convivenza fra cristiani e mussulmani è regolata per legge, anche in Parlamento e nel Governo (metà dei posti per ogni religione). “Per capire – ha spiegato Touma – è necessario risalire all’evoluzione storica del Paese e al fatto che in Libano la principale comunità cristiana è quella Maronita che è arrivata rifugiandosi nelle montagne e che è caratterizzata da una forte individualità geografica”. In Libano, ha aggiunto, esistono 15 comunità cristiane e 3 mussulmane. “Lo schema libanese – ha detto ancora il direttore di Le jour – potrebbe essere la soluzione anche per gli altri Paesi. Noi chiamiamo questa ripartizione fra comunità religiose ‘confessionalismo’, che non ha risvolti solo politici ma anche di struttura sociale. Ogni comunità, per esempio, ha una propria tv, spesso una propria milizia, ma anche circoli sportivi e culturali, proprie università. È quindi un problema di struttura e organizzazione sociale ed è la garanzia del vivere insieme fra le comunità basato non sul fondamentalismo ma sulla volontà di vivere insieme”.