Commemorazione

Grande guerra: mons. Martin (primate Irlanda), “la pace è un lavoro continuo di riconciliazione, giustizia e speranza”

“Purtroppo, a causa dei cruenti colpi di scena e delle tensioni della nostra storia di conflitti, il fatto che cattolici e protestanti irlandesi combatterono e morirono fianco a fianco è stato troppo a lungo trascurato da tutti, forse per convenienza, sia a nord sia a sud del confine. Le persone hanno preferito aggrapparsi a una storia di differenza e separazione, piuttosto che riconoscere e abbracciare la nostra storia condivisa di sofferenza comune”. Sono parole che il primate di Irlanda e arcivescovo di Armagh, mons. Eamon Martin, ha pronunciato ieri nella cattedrale di Sant’Anna a Belfast, nel corso di una commemorazione per la Prima guerra mondiale. Sepolti a Somme e nelle Fiandre sono 69mila soldati irlandesi, ha ricordato mons. Martin, e “queste persone coraggiose ora ci invitano a riconoscere la loro sofferenza condivisa e a costruire un futuro migliore in cui la differenza è accettate e rispettata”. Nelle sue parole mons. Martin ha ricordato anche il suo “grande zio Edward” sepolto a Ypres e la figura del padre gesuita Willie Doyle, cappellano militare morto a Passchendaele, ma mai ritrovato. Questi e tutti i caduti della Guerra “ci hanno lasciato in eredità una responsabilità condivisa di guarire il passato e costruire una fiducia e una pace durature. La pace non è semplicemente un ‘cessate il fuoco’ o assenza di violenza e guerra”, ma “è un lavoro continuo di riconciliazione, giustizia e speranza: significa uscire dalle nostre trincee; costruire ponti, non barriere”. E per raggiungerla occorre “quell’amore che ci spinge a sostenere il valore e la dignità di ogni vita umana e ad essere appassionati nel rispettare gli altri, specialmente quelli che sono poveri o emarginati”. Le ultime parole del sermone di mons. Martin sono state rivolte all’isola d’Irlanda e alla “speranza per una pace duratura”.