Canonizzazione

Paolo VI: mons. Tremolada (Brescia), “far percepire anche ai nostri giovani la sua grandezza”

“Mi piacerebbe tanto che si riuscisse a far percepire anche ai nostri giovani la bellezza e la grandezza di Paolo VI, ma ancora di più mi piacerebbe che la profondità e la mitezza del suo sguardo arrivassero loro attraverso la Chiesa”. Lo dice il vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, nell’intervista pubblicata dal magazine del settimanale diocesano “La Voce del Popolo”, dedicato alla canonizzazione di Paolo VI. “Sono cresciuto nella sua conoscenza – racconta il vescovo – grazie al mio parroco. Quando ero poco più che un ragazzino mi parlava spesso di Papa Montini, leggeva tutti i suoi documenti e li trasformava in argomenti per la dottrina. Quando usciva un testo di Paolo VI diventava oggetto della sua presentazione del suo commento alla comunità”. La certezza del presule è che “anche i bresciani devono riscoprire Paolo VI a partire dalla sua statura universale”. Ricordando lo sguardo “mite” e “profondo” del Papa bresciano, mons. Tremolada ne sottolinea la capacità di “leggere la realtà a partire da una mitezza e da una mansuetudine che molti hanno voluto interpretare come mestizia”. Infine, il vescovo indica il “compito preciso” della Chiesa nei confronti dei giovani: “Fare sentire che li accompagniamo con uno sguardo mite e profondo, prendendoli sul serio, non con l’intento superficiale di accaparrarci la loro simpatia, ma con il desiderio di metterci sinceramente in ascolto e di offrire tutto ciò che per loro è necessario in un giusto rapporto educativo”. Il vescovo immagina un “dialogo aperto con i giovani caratterizzato dalla disponibilità di mettersi al loro fianco per comprendere un tempo, come quello attuale, che i giovani sanno interpretare perché sono dotati degli strumenti adatti a comprenderne la bellezza e la novità”.