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Def: Bankitalia, “sia dia chiarezza e certezza al percorso di rientro del debito”. Ad esso “fa riferimento una parte importante del nostro risparmio”

“Il debito pubblico è per l’Italia il grande moltiplicatore delle turbolenze. È oggi detenuto per circa due terzi da soggetti e istituzioni italiani ma ciò non lo isola dalla logica del mercato che cerca il rendimento e fugge l’incertezza. Le oscillazioni del suo valore esercitano i propri effetti anche sui soggetti italiani, famiglie, imprese e istituzioni finanziarie che lo detengono”. Lo ha affermato questa mattina Luigi Federico Signorini, vicedirettore generale della Banca d’Italia, nel corso dell’audizione sulla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018 nelle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. “In ultima analisi al debito pubblico fa riferimento una parte importante del nostro risparmio”, ha proseguito Signorini evidenziando come “una minore valutazione dei titoli di Stato in portafoglio incide sui requisiti patrimoniali delle banche e, oltre certi limiti, può ridurne la capacità di offrire credito all’economia”. Sottolineata inoltre la necessità che “sia dia chiarezza e certezza al percorso di rientro del debito”.
Nel suo intervento il vicedirettore generale di Bankitalia ha sottolineato che “dopo la profonda crisi degli anni che vanno dal 2008 al 2013 e la doppia recessione di quegli anni, l’economia italiana è ormai in ripresa da oltre cinque anni” ma “nel 2018 la crescita si è progressivamente attenuata nonostante la sostanziale tenuta della domanda interna, risentendo soprattutto del rallentamento del commercio mondiale”. Inoltre, preoccupa l’“acuirsi delle tensioni commerciali” visto che “l’economia italiana è molto aperta al commercio con l’estero e quindi esposta ai relativi rischi”.
“Una prosecuzione della crescita congiunturale, sebbene alquanto rallentata, rimane la previsione centrale”, ha proseguito Signorini, ricordando che “nel bollettino economico di luglio prefiguravamo un aumento del Pil pari all’1,3% nel 2018 e all’1% per il 2019, ipotizzando la completa disattivazione della clausola di salvaguardia relative alle imposte indirette. Le informazioni più recenti suggeriscono che, a parità di ipotesi sulle politiche economiche, la crescita dovrebbe essere leggermente inferiore sia quest’anno sia il prossimo”.
Da Bankitalia poi il monito: “Se le tensioni registrate nelle ultime due settimane e acuitisi negli ultimi giorni non rientrassero la spesa per interessi potrebbe essere più elevata di quanto prefigurato nella Nota”. Rispetto al Reddito di cittadinanza, Signorini ha evidenziato che “il perseguimento dell’obiettivo di protezione sociale non deve disincentivare l’offerta di lavoro”. Un passaggio dell’intervento è stato poi dedicato alla “spesa per investimenti” che “può avere un impatto positivo sulla crescita del Pil, sempre che gli investimenti concorrano ad accrescere strutturalmente la capacità produttiva”. “C’è ancora molto da fare per porre l’economia italiana su un sentiero stabile di maggiore crescita. Creare più ricchezza e più lavoro – ha notato Signorini – è essenziale anche per aiutare chi è più vulnerabile”.