Matrimonio

Papa Francesco: udienza, “l’adultero è una persona immatura”. San Paolo “rivoluzionario” sul matrimonio, che è “cammino dall’io al noi”

foto SIR/Marco Calvarese

“Chi è l’adultero, il lussurioso, l’infedele? È una persona immatura, che tiene per sé la propria vita e interpreta le situazioni in base al proprio benessere e al proprio appagamento”. Lo ha spiegato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata, come quella di mercoledì scorso, al sesto comandamento: “Non commettere adulterio”. “Per sposarsi, non basta celebrare il matrimonio!”, ha esclamato Francesco: “Occorre fare un cammino dall’io al noi”. “Da pensare da solo a pensare in due, da vivere da solo a vivere in due: è un bel cammino, un cammino bello!”, ha esclamato a braccio: “Quando arriviamo a decentrarci, allora ogni atto è sponsale: lavoriamo, parliamo, decidiamo, incontriamo gli altri con atteggiamento accogliente e oblativo”. “L’amore fedele di Cristo è la luce per vivere la bellezza dell’affettività umana”, ha esordito il Papa, sottolineando che “la nostra dimensione affettiva è una chiamata all’amore, che si manifesta nella fedeltà, nell’accoglienza e nella misericordia”. Il sesto comandamento, però, “si riferisce esplicitamente alla fedeltà matrimoniale”. Di qui la necessità di “riflettere più a fondo sul suo significato sponsale”, come ha fatto san Paolo, che Francesco ha definito, a braccio, “rivoluzionario” su questo argomento. “Questo brano della Scrittura, della lettera di san Paolo, è rivoluzionario”, ha detto a proposito del brano letto poco prima: “Pensare, con l’antropologia di quel tempo a dire che il marito deve amare la moglie come Cristo ama la Chiesa, è una rivoluzione! Forse in quel tempo la cosa più rivoluzionaria che è stata detta sul matrimonio. Sempre sulla strada dell’amore”. La Sesta Parola, ha proseguito il Papa, “è per tutti, è una Parola paterna di Dio rivolta ad ogni uomo e donna”. “Il cammino della maturazione umana – ha spiegato il Papa – è il percorso stesso dell’amore che va dal ricevere cura alla capacità di offrire cura, dal ricevere la vita alla capacità di dare la vita. Diventare uomini e donne adulti vuol dire arrivare a vivere l’attitudine sponsale e genitoriale, che si manifesta nelle varie situazioni della vita come la capacità di prendere su di sé il peso di qualcun altro e amarlo senza ambiguità. È quindi un’attitudine globale della persona che sa assumere la realtà e sa entrare in una relazione profonda con gli altri”.