Chiese orientali

Chiese orientali: card. Sandri, “non possiamo permetterci di vivere la nostra fede cristiana nel nome ma pagana nei fatti”

“Incamminarci sulla strada della santità e diventare sin da ora coraggiosi e credibili testimoni dell’amore di Cristo Gesù. Non possiamo permetterci di vivere la nostra fede che è cristiana nel nome, ma pagana nei fatti”: è l’esortazione rivolta dal card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, durante la messa celebrata ieri ad Acri (Cosenza) per la solennità di sant’Angelo d’Acri, frate cappuccino, “instancabile predicatore”. Il prefetto, nell’omelia, ha posto la figura del religioso, canonizzato da Papa Francesco il 15 ottobre 2017, all’attenzione dei fedeli, tra i quali vi erano anche il vescovo eparchiale di Lungro, mons. Donato Oliverio, e il giovane che ottenne la guarigione nel 2010 per intercessione del santo, miracolo che ha portato alla canonizzazione. “Spesso al termine delle missioni popolari egli amava costruire dei piccoli Calvari o innalzare delle Croci, perché all’interno dei paesi e delle comunità fosse ben piantato il segno dell’Amore di Dio e l’uomo sapesse di non essere solo, ma redento e rinnovato. Questa sua semplice intuizione – ha spiegato il cardinale – ci fa comprendere qualcosa che può essere vero per noi anche quest’oggi: possiamo ogni giorno far diventare una pagina del Vangelo come la nostra casa, in cui abitare insieme con Gesù. Scopriremo che ci chiama ad essere suoi discepoli e testimoni, ciascuno secondo la propria vocazione”. Sant’Angelo “non è nato santo, non era già al traguardo all’inizio del suo percorso. È stato uno che si è messo in cerca del Signore, e ha scoperto quanto Lui era vicino al suo cammino, come a quello di ogni uomo ed ha attraversato la notte dei dubbi e dei ripensamenti, giungendo ad uscire dal convento per ben due volte prima della solenne professione, e anche all’inizio della sua predicazione ha assaggiato l’amarezza del fallimento. Ma la sublimità dell’amore del Signore ha vinto le sue resistenze”. “Se ci pensiamo bene – ha dichiarato il card. Sandri – anche noi possiamo ammettere i nostri dubbi e paure, ma dobbiamo anche confessare che a volte essi diventano una scusa per restare dove siamo, per non farci cambiare troppo la vita dal Signore: rischiamo di pensare che è meglio una vita tranquilla ma mediocre, piuttosto che una più faticosa ma piena. Non possiamo essere qui a venerare sant’Angelo ma non seguire le sue orme: non possiamo permetterci di vivere la nostra fede che è cristiana nel nome, ma pagana nei fatti. Per Lui e solo per Lui vale la pena metterci in cammino, lasciandoci conquistare come sant’Angelo, senza temere anche il mistero della Croce e del dolore, se vissuti insieme a Cristo”.