Cristiani perseguitati

Asia Bibi assolta: Paul Bhatti, “ammirazione per il coraggio dei giudici. Ora speriamo in una visita del Papa”

“Grande speranza e soddisfazione” per l’assoluzione di Asia Bibi ma soprattutto “stima e ammirazione per il coraggio dei giudici” è espressa oggi al Sir da Paul Bhatti, medico e fratello di Shahbaz Bhatti, l’esponente politico cristiano ucciso nel 2011 per aver preso le difese di Asia Bibi e lottato contro la legge sulla blasfemia che in Pakistan condanna al carcere – o addirittura alla pena di morte – chi offende il Profeta Maometto.  La cristiana Asia Bibi, madre di cinque figli, condannata alla pena capitale per blasfemia, è stata assolta dalla Corte Suprema del Pakistan dopo oltre 8 anni di carcere e la sua vicenda simbolica ha assunto una importanza mondiale. Bhatti ha appreso la notizia dell’assoluzione dalle forze dell’ordine pakistane, con le quali ha parlato un mese fa in merito ad una possibile visita di Papa Francesco in Pakistan. “Sarebbero molto contenti di riceverlo ma io dissi che il Pakistan deve dimostrare di voler sostenere la libertà e che un gesto importante sarebbe stato la liberazione di Asia Bibi”, rivela Bhatti, che incontrerà il Papa il 30 novembre prossimo in udienza. “Gli rinnoverò la proposta di visitare il Pakistan – afferma in una intervista -. La sua presenza potrebbe essere un messaggio molto bello ed importante per il Pakistan e per il mondo. Potrebbe contribuire a smorzare l’estremismo e l’odio. Un periodo buono potrebbe essere la primavera prossima ma bisognerà vedere se e come il governo si muoverà”.

Secondo Bhatti  l’estremismo che colpisce il Pakistan “non è solo colpa della legge ma di una ideologia di morte che dovrebbe essere eliminata. Ci sono scuole dove i bambini subiscono il lavaggio del cervello. Dobbiamo bloccare questi curriculum scolastici che instillano l’odio già nei bambini. Perché se cambiamo la legge e poi la società rimane tale e quale non si risolve il problema”. Al momento però pensa che l’abrogazione della legge sia prematura. “Però la decisione di liberare Asia Bibi è un fatto importante, darà un grande messaggio al mondo”, sottolinea. Il sacrificio di suo fratello Shaabaz non è stato vano? “Purtroppo – conclude – per lottare contro le ingiustizie a volte bisogna rischiare, avere coraggio e alzare la voce. Stare in silenzio vuol dire accettare le ingiustizie”.