“È più facile accogliere uno straniero che essere accolto, e voi dovete fare ambedue le cose. Voi dovete insegnare, aiutare ad accogliere lo straniero, e dare tutte le possibilità alle nazioni che hanno di tutto o il sufficiente”. Lo ha detto a braccio Papa Francesco incontrando i partecipanti al XV capitolo generale della Congregazione dei Missionari di San Carlo (Scalabriniani). L’Europa, ha ricordato il Pontefice, “non è nata così, l’Europa è stata fatta da tante ondate migratorie durante i secoli”. D’altra parte, ha proseguito, “il benessere è suicida, perché ti porta a due cose. A chiudere le porte, perché non ti disturbino: soltanto quelle persone che servono per il mio benessere possono entrare. E da un’altra parte, per il benessere, non essere fecondi. E noi abbiamo oggi questo dramma: di un inverno demografico e di una chiusura delle porte”. “Anche noi siamo stranieri. E se noi non cerchiamo di essere accolti dalla gente, da quelli che sono migranti e da quelli che non lo sono – ha osservato il Papa -, manca un’altra parte nella nostra coscienza: diventeremo i ‘padroni’, i padroni dell’immigrazione, quelli che sanno di più delle migrazioni. No. Occorre avere, nella vostra esperienza religiosa, questa esperienza: di essere anche voi migranti, almeno migranti culturali”. “Il migrante prega”, ha aggiunto Francesco: “Prega perché ha necessità di tante cose. E prega a modo suo, ma prega. Un pericolo per tutti noi, uomini e donne di Chiesa, ma per voi di più, per la vostra vocazione, sarebbe non avere bisogno di preghiera”.