Sinodo 2018: card. Schönborn, “mi auguro che ci sia una voce forte per dire al mondo politico quante ingiustizie ci sono nel mondo per i giovani”

foto SIR/Marco Calvarese

“Mi auguro che ci sua una voce forte per dire al mondo politico ed economico quante ingiustizie ci sono nel mondo per i giovani”. È l’appello rivolto dal card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna e presidente della Conferenza episcopale austriaca, durante il briefing sul Sinodo svoltosi oggi presso la Sala Stampa della Santa Sede. “Mi chiedo se ci sia stata una adeguata eco pubblica a questo Sinodo”, si è domandato il porporato: “Forse abbiamo mancato di trasmettere tutto ciò che, in queste tre settimane, abbiamo sentito dai giovani e dai vescovi dei loro Paesi, che condividono la situazione dei giovani. Le loro storie di sofferenza, le terribili ingiustizie di cui sono vittime tanti giovani nel mondo”. Un tema per tutti, le migrazioni: “Perché tanti giovani scappano? Per le situazioni lavorative precarie, senza certezze per il futuro, non solo in Africa, ma anche in Europa”. Tracciando un bilancio del Sinodo, che si concluderà domani con il documento finale e domenica con la Messa presieduta dal Papa, Schönborn ha fatto notare l’eccezionalità di quello che, tra i sei sinodi a cui ha partecipato, ha eletto come il migliore: “270 vescovi di tutto il mondo che si prendono un mese di tempo per ascoltare i giovani, per condividere le loro situazioni e ascoltare le loro esperienze: vi chiedo se potete trovare un paragone, con qualsiasi altro gruppo di leaders che si prendano un mese di tempo per ascoltare la situazione dei giovani, non scientificamente – anche se ci siamo avvalsi della competenza degli esperti – ma con empatia, simpatia, con vera attenzione, non per avere già tutte le risposte pronte, ma per condividere le loro domande, i loro sogni, le loro visioni”.

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