Italia-Africa: Conte (premier), “collaborare attivamente significa rendere coerente la nostra politica estera con la nostra geografia”

(Foto: Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale)

“Collaborare attivamente con il continente africano significa rendere coerente la nostra politica estera con la nostra geografia. L’Africa è una ricchezza, è il futuro, è opportunità”. Lo ha affermato questo pomeriggio il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, intervenendo alla chiusura della Conferenza ministeriale Italia-Africa. Il premier ha sottolineato come “nelle continue sfide che si presentano nello scenario globale, l’Africa rappresenta per l’Italia un’assoluta priorità sotto il profilo strategico, culturale, educativo, economico e valoriale”. E ribadendo la volontà di “rafforzare e sviluppare ulteriormente i nostri rapporti bilaterali”, Conte ha evidenziato che “dobbiamo cogliere le opportunità che questo momento storico ci offre e assumere insieme responsabilità condivise per garantire un comune futuro di prosperità in cui non ci siano perdenti e dimenticati”. Il presidente del Consiglio ha parlato della centralità del continente africano, un “continente giovane, del futuro”. “Dobbiamo impegnarci a fondo e farlo assieme – ha proseguito – per contribuire alla promozione di pace, crescita e sicurezza tanto nel Mediterraneo quanto nel Sahel, nell’Africa orientale e occidentale innestando un ciclo di sviluppo socio-economico e stabilità del quale possano beneficiare in primo luogo le popolazioni locali”.
Per il premier, “coloro che nei Paesi in via di sviluppo lottano per uscire dalla povertà estrema devono essere messi sempre più in condizione di essere degni attori del loro destino”. Conte ha anche evidenziato come questo sia “più che mai il momento per l’Italia di giocare in Africa un ruolo strategico e di confermare la priorità delle nostre relazioni a livello bilaterale, nel contesto europeo e nei fori multilaterali anche con un rafforzato legame con l’Unione africana”. Si tratta di “creare le condizioni per uno sviluppo dell’imprenditorialità africana” perché “nessun cambiamento positivo può essere calato dall’alto” superando “il rapporto donatore-beneficiario, uno schema del tutto inaccettabile”.

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