Ortodossi

+++ Metropolita Hilarion: “È scisma”. “Non parteciperemo a nessuna Commissione presieduta o co-presieduta dal Patriarca di Costantinopoli” +++

È “scisma” tra il Patriarcato di Mosca e il Patriarcato di Costantinopoli. Il Metropolita Hilarion di Volokolamsk, capo del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, è durissimo sulle responsabilità di chi ha portato il mondo ortodosso a questa situazione e in un’intervista rilasciata al Sir e a inBlu Radio dice: “È quanto ha scelto il Patriarca Bartolomeo stesso. Poteva scegliere di essere il centro di coordinamento per tutte le Chiese ortodosse o essere in scisma. Lui ha optato per lo scisma”. A pochi giorni dall’attuale spaccatura, che si è creata nel mondo ortodosso tra Mosca e Costantinopoli dopo la decisione del Patriarca Bartolomeo di concedere l’autocefalia alla Chiesa ucraina e la successiva decisione da parte del Patriarcato di Mosca di rompere la comunione eucaristica con il Patriarcato ecumenico, il metropolita Hilarion si è recato a Roma per partecipare al Sinodo dei giovani e spiega al Sir e a inBlu le ragioni e i retroscena che hanno portato Mosca alla rottura con Bartolomeo e le prospettive future. “In accordo con le leggi canoniche che regolano la Chiesa – chiarisce subito -, i vescovi che riconoscono i gruppi scismatici, diventano essi stessi scismatici. Quindi nella nostra opinione, il patriarcato di Costantinopoli è attualmente in scisma”. Le conseguenze – anche nel dialogo ecumenico – sono pesanti. Il metropolita Hilarion annuncia: “Non parteciperemo ad alcuna Commissione presieduta o co-presieduta dal Patriarca di Costantinopoli. Significa che non parteciperemo in alcun dialogo teologico nel quale sono presenti rappresentanti del Patriarcato di Costantinopoli che presiedono o co-presiedono”. E alla domanda se si tratta di un processo irreversibile, risponde: “È un processo reversibile ma la condizione per un ritorno alla normalità è l’abolizione da parte del Patriarca di Costantinopoli delle decisioni che lui ha già preso e unirsi di nuovo alla famiglia delle Chiese ortodosse”.