Caso Kashoggi: Onu preoccupata per la “nuova pratica” dei rapimenti di Stato extraterritoriali

“Il mondo sta sperimentando una nuova pratica, molto preoccupante, di rapimenti extraterritoriali da parte degli Stati”: lo ha detto Bernard Duhaime, capo del Gruppo di lavoro Onu sulle sparizioni forzate, riferendosi al caso del giornalista saudita dissidente Jamal Kashoggi, entrano nel consolato del suo Paese in Turchia e poi sparito. Secondo le autorità turche sarebbe stato torturato ed ucciso. Duhaime ha espresso “indignazione” a proposito dell’azione degli Stati che continua a rafforzare le sparizioni. “Sia che vengano usate per reprimere il dissenso politico, per combattere il crimine organizzato o il terrorismo – ha affermato – quando gli Stati fanno ricorso alle sparizioni forzate stanno perpetrando un crimine e una offesa alla dignità umana”. Questi rapimenti, fa notare l’esperto Onu, “accadono con o senza l’accordo dei Paesi che accolgono, e mentre in molti casi le vittime riappaiono in detenzione dopo un breve periodo di tempo, in altri casi spariscono, come nello scioccante recente caso del giornalista saudita Jamal Kashoggi”. Duhaime chiede nuovamente l’apertura di una inchiesta internazionale indipendente, e “l’identificazione e messa in stato d’accusa dei responsabili”. Il Gruppo di lavoro ha espresso molte volte preoccupazione per le cosiddette “sparizioni a breve termine” aumentate negli ultimi anni, soprattutto nell’ambito delle operazioni anti-terrorismo, una pratica “per trovare prove e concludere le indagini al di fuori della protezione della legge e spesso ricorrendo alla coercizione, se non alla tortura”. L’esperto Onu chiede perciò a tutti gli Stati di “ratificare, senza ritardo, la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate”.

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