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Sinodo 2018: mons. Lazzaro You (Corea), “se il Papa andasse a Pyongyang farebbe un passo gigantesco”. Commozione e rapporto “fraterno” con i due vescovi cinesi

foto SIR/Marco Calvarese

“Se Papa Francesco andasse là, farebbe un passo gigantesco, qualitativamente importante per l’intera penisola coreana. Vorrebbe dire che la Corea del Sud entra nel consesso delle nazioni come un Paese normale”. Così mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon (Corea), ha risposto alle domande dei giornalisti sul possibile viaggio di Francesco in Corea del Nord, del cui invito dovrebbe farsi latore il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, il 18 ottobre, durante l’incontro in Vaticano. “Quanto sarebbe bello che il Papa andasse a Pyonyang! Ma ci sono ancora tanti passi da fare”, ha esclamato il vescovo coreano: “So che il Papa prega molto per questo e ha chiesto che possa trovare una Penisola coreana pacificata”. “Fino all’anno scorso – ha ricordato il vescovo – tutto il mondo parlava dello scoppio di una guerra in Corea. Nell’ultimo anno, la situazione è cambiata a 360°. Grazie ai giochi olimpici di febbraio è nato un rapporto tra le due Coree, e quando i presidenti Moon e Kim si sono incontrati per la prima volta è stato un successo grande: ho pianto, non potevo sperare che succedesse questo…”. “La Corea del Nord è pronta ad aprire il Paese, a denunciare le armi nucleari e a fare un Paese nuovo”, ha assicurato il vescovo, sottolineando che, durante il loro incontro di settembre, il presidente Kim ha chiesto a Moon quali passi fare per entrare nel consesso internazionale delle nazioni: “Il modo migliore è invitare il Papa”, la proposta, subito accolta dal presidente nordcoreano, che ha affidato così il biglietto di invito a Francesco al suo collega sudcoreano. Alle domande dei giornalisti sulla novità della presenza dei due vescovi della Cina continentale al Sinodo, mons. Yang Xiaoting e mons. Guo Jincai, mons. Lazzaro You ha risposto: “Quando ho letto dell’Accordo tra Pechino e la Santa Sede, sono stato contentissimo, pensando a quanto lo hanno desiderato sia Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI sia Francesco. Mi sono commosso”. Quanto ai rapporti, in questi giorni al Sinodo, tra lui e i due presuli, il vescovo coreano ha riferito: “Li considero due fratelli da amare, e loro mi trattano come un fratello maggiore. Ci siamo anche scambiati dei piccoli regali. La loro presenza porterà tanti frutti di bene per la Chiesa e per il mondo”.