XIII Rapporto

Indice globale fame: in 51 Paesi malnutrizione “grave e allarmante”. Solo 29 raggiungeranno Obiettivo nel 2030

Anche se la fame e la malnutrizione sono migliorate dal 2000 ad oggi (da un valore di 29,2 si è scesi a 20.9), ci sono ancora 51 Paesi del mondo dove la situazione è molto “grave e allarmante”. In Repubblica Centrafricana, a causa degli scontri e dell’instabilità, è addirittura “estremamente allarmante”. Globalmente circa 124 milioni di persone soffrono ancora di fame acuta, mentre 151 milioni di bambini sono affetti da arresto della crescita e 51 milioni da deperimento. Tra i 79 Paesi che presentano livelli diversi di fame (moderato, grave, allarmante ed estremamente allarmante), solo 29 raggiungeranno l’Obiettivo Fame Zero fissato dalle Nazioni Unite entro il 2030. E’ quanto emerge dal XIII Indice globale della fame 2018 (Ghi) presentato oggi a Milano dal Cesvi. Le regioni del mondo più colpite sono l’Asia meridionale e l’Africa a Sud del Sahara. In queste due aree si registrano i più alti tassi di denutrizione della popolazione, arresto di crescita, deperimento e mortalità infantile. In Asia è l’India lo Stato con il più alto tasso di deperimento infantile (21%). In Africa a Sud del Sahara, si registra un tasso di denutrizione del 22% sul quale incidono condizioni climatiche avverse, instabilità politica e conflitti prolungati. Tra i Paesi dove la denutrizione è più presente ci sono Zimbabwe (46,6%) e Somalia (50,6%). Nell’Africa subsahariana si trovano anche i Paesi con il più alto tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni, a cominciare da Somalia (13,3%), Ciad (12,7%) e Repubblica Centrafricana (12,4%). Tra le notizie positive, Angola, Etiopia e Ruanda, che nel 2000 avevano fatto registrare livelli di fame estremamente allarmanti, vedono oggi una riduzione dei loro punteggi di almeno il 50%. Inoltre, 27 Paesi in Asia meridionale e Africa subsahariana sono riusciti a raggiungere un livello di fame moderato: tra questi, Gabon, Ghana, Mauritius, Senegal, Sudafrica e Sri Lanka. Anche Bangladesh ed Etiopia, nonostante livelli ancora gravi, hanno fatto registrare nel tempo un declino di povertà e malnutrizione. “Il mondo ha compiuto progressi sostanziali nella lotta alla fame, ma a una velocità ancora non sufficiente per raggiungere l’Obiettivo Fame Zero entro il 2030″, ha affermato Daniela Bernacchi, direttore generale Cesvi -. Occorre aumentare gli investimenti e promuovere programmi di sviluppo a lungo termine nelle regioni più critiche”.