Briefing

Sinodo 2018: mons. Hollerich (Comece), “totalitarismi potrebbero distruggere” l’Europa. Card. Retes (México), “totalitarismo nuovo è anonimato delle reti”

Mons. Jean-Claude Hollerich, presidente Comece

“Come vescovo europeo, sono molto preoccupato per i totalitarismi, che potrebbero distruggere la costruzione europea che abbiamo”. A lanciare il grido d’allarme, rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso del briefing odierno in sala stampa vaticana, è stato mons. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità europea (Comece). L’attuale assetto dell’Europa, ha fatto notare l’arcivescovo, “si può anche criticare, ma finora ci ha garantito la pace ed è stata causa di pace in tutto il mondo”. In ogni totalitarismo, ha fatto notare Hollerich, “c’è sempre un certo egoismo: ci si preoccupa della felicità solo dei propri cittadini, degli altri non ci si cura”. “Se noi, come Chiesa, ci concentriamo sui più deboli, sui più emarginati, stiamo facendo prevenzione contro il populismo”, la tesi del presule a proposito di uno dei temi di cui si è parlato nelle Congregazioni del Sinodo, come ha riferito il prefetto del Dicastero vaticano per la comunicazione, Paolo Ruffini. A proposito di quelli che alcuni padri sinodali hanno definito “totalitarismi camuffati”, ha precisato il card. Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di México, si è parlato di un “totalitarismo nuovo” che è quello dell'”anonimato nelle reti, che viene manipolato e genera ideologie in modo nascosto”. Le “prime vittime” di questa forma inedita di totalitarismo, ha fatto notare il cardinale, sono proprio i giovani, alcuni dei quali “arrivano perfino a suicidarsi in base alle istruzioni in rete”. Oltre alle forme nuove, ha detto Retes, “esistono altri totalitarismi che ci sono sempre stati e che continueranno ad apparire nella storia dell’umanità”: di qui l’importanza di una “educazione integrale, soprattutto dei giovani, per costruire una società basata su relazioni fraterne e solidali”.