Dottrina sociale

Lavoro: mons. Santoro (Taranto), “centrali non numeri o teorie sociali, ma i volti delle persone”

“Nell’agire sociale abbiamo come punto di riferimento non dei numeri e né delle teorie economiche e sociali, ma i volti delle persone”. Lo afferma l’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, commentando il primo principio della Dottrina sociale della Chiesa, quello della dignità della persona. “Punto di partenza, quando si parla della dignità delle persone, è la persona concreta con le sue domande e le sue esigenze – aggiunge il presule -. Il valore della persona è un aspetto fondamentale del modo con cui Gesù trattava tutti. Li prendeva in considerazione, ascoltava i loro drammi. Quando parliamo della persona umana non facciamo un enunciato di principi astratti, ma ci prendiamo cura di chi abbiamo di fronte, di chi viene a bussare alla nostra porta, di chi incontriamo, ma anche della nostra persona”. Il lavoro è degno – segnala l’arcivescovo – perché “la nostra persona è degna”. “In ciascuno di noi c’è una dignità insopprimibile perché costituiti a immagine e somiglianza di Dio”. “La dignità della persona umana – aggiunge – si realizza nell’opera, nel lavoro, che non è solo il guadagnare per mantenere la nostra famiglia. Ma dipende dal fatto che nel lavoro piccolo o grande collaboriamo con l’opera creatrice di Dio. La dignità della persona valorizza tutti i talenti che abbiamo e li mette a disposizione non solo del nostro interesse personale, ma della crescita della persona, della famiglia e della società”.