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Facebook: Parlamento europeo chiede di poter verificare completamente la protezione e la sicurezza dei dati personali

Le istituzioni dell’Ue dovrebbero poter verificare completamente Facebook per valutare la protezione e la sicurezza dei dati personali degli utenti e chiedono alla società di effettuare la verifica interna che era stata promessa così come di apportare “modifiche sostanziali alla piattaforma” per conformarsi alla legge sulla protezione dei dati dell’Ue. Sono alcuni punti della risoluzione votata a larga maggioranza dagli eurodeputati della Commissione per le libertà civili del Parlamento europeo nella riunione di oggi, in cui è stato preso atto “dei miglioramenti della privacy intrapresi da Facebook dopo lo scandalo di Cambridge Analytica” e dopo l’incontro dello scorso maggio tra gli eurodeputati e Mark Zuckerberg. Facebook ha però ancora alcune cose da modificare. Tra le richieste, anche quella di “consentire all’Agenzia dell’Ue per la sicurezza delle reti e dell’informazione (Enisa) e al Comitato europeo per la protezione dei dati” di effettuare “un audit completo e indipendente” e di presentare i risultati alla Commissione europea, al Parlamento e ai parlamenti nazionali. Sotto la lente anche le violazioni dei dati che subisce Facebook, come quella del 28 settembre scorso, che ha esposto token di accesso di 50 milioni di account.

Nella risoluzione si avanzano anche proposte per contrastare le ingerenze nelle tornate elettorali attraverso i social media, così come si chiede alla Commissione europea di “aggiornare le regole di concorrenza dell’Ue per riflettere la realtà digitale, esaminare l’eventuale monopolio delle piattaforme di social media e controllare l’industria della pubblicità sui social media”. Si parla poi degli account Facebook delle istituzioni dell’Ue che “non dovrebbero in alcun modo mettere a rischio i dati personali dei cittadini” e si chiede di sospendere l’accordo sullo scudo della privacy (pensato per proteggere i cittadini dell’Ue i cui dati personali sono trasferiti negli Stati Uniti a scopi commerciali), poiché le autorità Usa non hanno rispettato i termini entro il 1° settembre 2018. La risoluzione sarà votata in Parlamento alla prossima sessione plenaria (22-25 ottobre) a Strasburgo.