“Viviamo in un’epoca in cui l’overdose d’informazioni, la difficoltà della loro verifica, la rapidità del diffondersi delle notizie, favoriscono il proliferare delle fake news. Ma ciò non significa che chiunque assecondi questi processi sia sgravato delle sue responsabilità”. Lo scrive mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, nel suo messaggio rivolto ai giornalisti, in occasione della festa del patrono san Francesco di Sales. Un momento in cui “riflettere sulla funzione sociale dell’informazione nell’era ‘liquida’ della globalizzazione, della complessità, dell’individualismo e della personal communication, e sulle conseguenze che essa può provocare”. Il presule afferma che “a noi cristiani, ancora e sempre, sta a cuore la verità perché non abbiamo rinunciato a ritenere che dire la verità è possibile, né tantomeno abbiamo rinunciato all’impegno che ci spinge a testimoniarla”, aggiunge riferendosi al messaggio del Papa per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Mons. Castoro riconosce poi che “oggigiorno, dire la verità è più complicato che nel passato”. “Il nostro potere comunicativo è accresciuto grazie all’uso dei social network”. Eppure ognuno “non fa uso del buon senso, se crede a tutto ciò che gli viene proposto, se si limita semplicemente a rilanciare una notizia, magari solo per motivi ideologici, allora diviene corresponsabile di questa situazione”. Attenzione, però, a “diffidare di tutto e di tutti”. “Sarebbe un rimedio peggiore del male. Sarebbe la morte di ogni nostra relazione, che si basa appunto su un’apertura di fiducia”. Da qui l’invito a “recuperare l’iniziativa, riprendere e rivendicare la nostra capacità di comunicare bene”. “Dire la verità, infatti, è possibile anche nell’epoca delle fake news”. Ed ecco in base a quali condizioni: “Non bisogna mai confondere verità e opinione e bisogna conoscere i meccanismi delle piattaforme usate per rilanciare e diffondere notizie online”.