Un’alternativa al carcere per favorire l’inserimento sociale dei detenuti. Il progetto “Volontari per le misure di comunità” promosso dal Seac, il Coordinamento enti e associazioni di volontariato penitenziario, e sostenuto da Fondazione con il Sud nell’ambito del bando reti nazionali 2015, “nasce proprio per favorire il reinserimento sociale di coloro che sono sottoposti, a vario titolo, a misure di comunità”. Lo ricorda una nota diffusa oggi, che precisa: “L’iniziativa coinvolge, nel Sud Italia, cinque associazioni di volontariato di Sicilia, Campania, Sardegna e Calabria e prevede la formazione dei volontari, il rafforzamento della rete tra le associazioni di volontariato penitenziario, la sensibilizzazione della società all’accoglienza delle persone in esecuzione penale esterna”.
Il primo ciclo formativo si è concluso a Cagliari, Palermo e Avellino, mentre a gennaio è stato avviato a Cosenza e Isola Capo Rizzuto coinvolgendo circa 150 aspiranti volontari. Nel progetto sono partner le associazioni AsvoPe di Palermo, Oltre le sbarre di Cagliari, Liberamente di Cosenza e I Giovani della Carità di Isola Capo Rizzuto oltre alla Caritas di Avellino. Fanno, inoltre, parte della rete Controluce di Pisa, Sesta Opera San Fedele di Rieti, Sesta Opera San Fedele di Milano e VoReCo Volontari Regina Coeli di Roma. “Il progetto – dichiara la presidente del Seac, Laura Marignetti – comporta la definizione di un ruolo inedito del volontariato quale facilitatore dell’inclusione sociale. È previsto, infatti, che a ciascuno dei cicli formativi segua una fase di impegno attivo nell’accompagnamento di soggetti in esecuzione penale esterna, al fine di offrire ai volontari competenze non solo teoriche. Ma soprattutto il progetto prevede, in conformità alle direttive europee, un massiccio intervento di sensibilizzazione del tessuto sociale, volto a incrementare nell’opinione pubblica la fiducia nei confronti delle pene non detentive, anche con riferimento al tema della sicurezza intorno al quale fioriscono, spesso, le peggiori speculazioni”.
L’obiettivo finale è creare una rete per l’attuazione delle misure di comunità con tutte le istituzioni operanti in ambito penitenziario, in particolare gli Uepe (Uffici esecuzione penale esterna) e aumentare la diffusione delle misure alternative contribuendo alla loro efficacia.