Migranti

Minori stranieri non accompagnati: Squillaci (Fict), “disomogeneità nell’accoglienza che crea integrazione flessibile”

“Dobbiamo continuare ad accogliere. Chiedo una forte attenzione sui minori stranieri non accompagnati e sulla necessità della piena attuazione della legge Zampa: abbiamo un disagio e questa volta non è un disagio sommerso ma è sotto gli occhi di tutti. Se guardiamo il sistema, sotto il profilo dell’integrazione, è evidente che ancora moltissimo c’è da fare”. Lo ha detto Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche, in occasione del seminario “Migranti tra integrazione e accoglienza”, che si è svolto oggi, a Roma. “Obiettivo primario dell’accoglienza per quanto riguarda i minori e, non solo, non può che essere l’integrazione. Ma a quale integrazione puntiamo? Esistono enormi disomogeneità su tutto il territorio creando una integrazione flessibile che stride con il suo significato stesso. Una società ‘espulsiva’ verso le fragilità in genere e in particolare verso i minori stranieri non accompagnati non potrà mai essere una società integra”. Durante l’incontro è stata presentata una rilevazione, svolta dalla Rete Fict migranti e minori stranieri non accompagnati sul flusso dei migranti nei servizi. Giovanni Lizzio, coordinatore della Rete, ha riportato che “nel 2017, in 11 Centri con servizi Fict, sono state accolte 2700 persone di cui oltre 365 donne e 350 minori, provenienti soprattutto da Nigeria, Egitto, Bangladesh, Pakistan, Ciad. Nei Centri della Federazione il personale è composto da oltre 280 persone impegnate verso i migranti”. Esperienze che portano a una considerazione. “A oggi l’accoglienza nei Cas ha tempi molto più lunghi rispetto allo Sprar, si raggiungono anche i due anni di permanenza. È necessario accelerare i tempi di convocazione: un parere negativo della commissione a distanza di due anni provoca un ulteriore dramma nella persona che vede cancellato in un momento tutto lo sforzo di integrazione investito”.