“Noi non elaboriamo proposte politiche specifiche, ma non possiamo rinunciare a richiamare la politica ai principi di giustizia” per promuovere la “costruzione di una vera pace”, afferma il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero pontificio per il servizio dello sviluppo umano integrale, intervenendo al seminario di studio “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”, promosso questo pomeriggio a Roma dall’Azione cattolica italiana e dall’Istituto di diritto internazionale della pace “Giuseppe Toniolo”. Nel richiamare i 20 punti d’azione, contributo per la stesura del Global Compact (l’accordo sui migranti e sui rifugiati che verrà adottato dalle Nazioni unite nel 2018) preparato dalla Sezione migranti e rifugiati del suo Dicastero, Turkson spiega che “presto il processo internazionale del Global Compact consentirà di delineare un quadro unitario d’azione, i documenti finali tracceranno una linea guida per tutti gli Stati”. In tale orizzonte la Chiesa “si sente pienamente coinvolta in questa sfida ed accompagna con decisione il processo in atto a livello della comunità internazionale”. Con riferimento allo sguardo “contemplativo” auspicato dal Papa, il prefetto del Dicastero esorta a conoscere oggettivamente la realtà delle migrazioni, “il bene che esse portano e il loro contributo all’edificazione sociale”, ma avverte “che ci sono limiti nella capacità d’accoglienza”. E a conclusione ribadisce: “Il bene comune richiede un equilibrio tra il bene delle comunità che ricevono i migranti e le necessità di chi arriva in cerca di un futuro migliore”.