Salute e informazione

Aids: Caritas Milano, “un giovane su dieci pensa che Hiv si trasmette con un bacio”. Indagine mostra mancanza di conoscenze e pregiudizi

“Un giovane su quattro crede erroneamente che l’Hiv si possa trasmettere utilizzando le stoviglie impiegate da una persone infetta o bevendo dallo stesso bicchiere. Quasi tre su dieci ritengono, sbagliando, che il contagio possa avvenire attraverso un bacio. Quasi uno su cinque dichiara che si sentirebbe in forte disagio con chi ha contratto il virus”. I questionari, somministrati prima degli interventi svolti da Caritas Ambrosiana e gli enti partner nel territorio della diocesi di Milano nell’ambito del Progetto nazionale Aids di Caritas Italiana, “mostrano come ancora siano diffuse idee sbagliate e pregiudizi nei confronti di chi è affetto dalla malattia”. Il progetto “Per non lasciare indietro nessuno”, presentato oggi a Milano, svoltosi nel triennio 2014-2017, ha convolto più di 6mila persone nelle scuole, nelle parrocchie, tra gli operatori e i volontari dei centri di accoglienza presenti nella diocesi ambrosiana, con quasi 250 azioni di sensibilizzazione, informazione e formazione. L’indagine specifica che “prima degli interventi di formazione alla domanda se l’Hiv si possa trasmettere con il bacio il 28,8% dei giovani partecipanti agli incontri ha risposto affermativamente. La percentuale si abbassava al 12% tra gli adulti, mentre saliva al 37,8% tra i ragazzi di terza media”. All’inizio del progetto, il 24,7% dei giovani e l’8,3% degli adulti ritenevano possibile la trasmissione dell’Hiv utilizzando in comune stoviglie e temevano di poter essere contagiati bevendo dallo stesso bicchiere il 29,7% dei giovani, l’11,7% adulti.
L’indagine riferisce ancora: “Mentre venivano manifestati pochi dubbi sul fatto che le persone con Hiv meritino lo stesso rispetto dovuto a tutti (96,7% adulti e 91,1 giovani%), il 16,1% dei giovani dichiarava che si sarebbe sentito in forte disagio accanto ad un persona con Hiv contro l’8,8% degli adulti. Inoltre, il 42,3% dei giovani e il 33% degli adulti ritenevano poco opportuno che persone con Hiv lavorassero con i bambini”. “Sapevamo che il venir progressivamente meno di campagne di informazione e di una capillare e sistematica educazione dei giovani su questo tema negli ultimi vent’anni, parallelamente al venir meno dell’allarme sociale, poteva portarci all’evidenza di questi risultati anche nel nostro territorio, così come dimostrato altrove anche da ricerche di altre associazioni. Nei nostri dati colpisce in particolare lo spartiacque tra i nati fino al 1980 e i nati negli anni successivi, che hanno minori informazioni corrette e maggiori pregiudizi – spiega Laura Rancilio, responsabile Aids di Caritas Ambrosiana e rappresentante di Caritas Italiana nella sezione del Comitato tecnico sanitario di lotta all’Aids del ministero della Salute –. I grandi progressi sulla quantità e qualità di vita delle persone con Hiv, non sono stati accompagnati da un aumento altrettanto significativo della consapevolezza sociale, anzi”.
Tuttavia, proprio il progetto “Per non lasciare indietro nessuno” dimostra “quanto terreno si possa recuperare”. Al termine degli incontri lo stesse persone hanno risposto in mondo diverso: “La percentuale di chi crede che il contagio possa avvenire con un bacio è scesa tra i ragazzi di terza media all’11%, tra i giovani al 6% e tra gli adulti al 2,7%, la percentuale di chi crede che l’infezione si possa propagare attraverso le stoviglie utilizzate da persone infette è calata al 7,8% tra i giovani e all’1,6% tra gli adulti”.