
“La croce di Lund esprime in maniera visiva che ci troviamo lungo il cammino che conduce dal battesimo, che è comune tra noi, alla Eucarestia che da lungo tempo desideriamo celebrare insieme e verso la quale dobbiamo compiere passi in avanti. La croce di Gesù ci mostra ciò che già ci unisce e ciò di cui essere profondamente grati”. Lo ha detto il card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, intervenendo alla celebrazione ecumenica che si è svolta questa mattina nella sede del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc), in occasione dell’apertura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio). La “croce-dipinto” dell’artista salvadoregno Christian Chavarria Ayala, simbolo della commemorazione di Lund, ha fatto ingresso nella cappella del Centro ecumenico di Ginevra (Svizzera), dove rimarrà stabilmente. “Nella logica umana – ha detto il cardinale – la morte cruenta di Gesù sulla croce avrebbe richiesto vendetta”. “Ma sulla croce Gesù ci ha mostrato che l’unica vendetta che conosceva è il suo no irremovibile alla violenza e alla vendetta e il suo sì incondizionato alla riconciliazione, per quanto lontana essa può apparire”. Richiamando la storia della Riforma e dello scisma della Chiesa, il cardinale ha invitato a mettersi all’ascolto della croce che “ci chiama alla riconciliazione” e a continuare come cristiani sulla via che conduce “dal conflitto alla comunione”.