“I giovani sono naturalmente inquieti”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, nell’incontro con il clero nel Centro eventi “La Macarena” di Medellín. “Inquietudine – ha denunciato Francesco subito dopo, sempre fuori testo – che molte volte viene distrutta dai sicari della droga”. “Medellín evoca tante volte giovani vite stroncate, scartate e distrutte”, la denuncia del Papa: “Chiediamo perdono per chi ha distrutto le illusioni di tanti giovani, e chiediamo al Signore che converta i loro cuori e che termini questa sconfitta dell’umanità giovane”. Ancora a braccio, Francesco ha citato in positivo l’esperienza del volontariato, di cui sono protagonisti tanti giovani nel mondo: “Ci sono cattolici militanti, ci sono cattolici all’acqua di rosa, come diceva mia nonna, non so se sono credenti o non credenti…”. “Questa inquietudine riempie il volontariato di tutto il mondo di volti giovani”, l’omaggio del Papa: “Tanti senza sapere che lo stanno portando, ma lo portano. Questi giovani sono testimoni che ci aprono all’azione dello Spirito Santo che entra e lavorerà nei nostri cuori”. Poi Francesco ha ricordato il pranzo con 15 giovani durante la Giornata mondiale della gioventù a Cracovia, e ha citato la domanda che gli ha fatto uno di loro: “Cosa posso dire io a un mio compagno ateo?” “L’ultima cosa che devi fare è dirgli qualcosa”, la risposta del Papa: “Devi incominciare a fare, a comportarti in modo tale che l’inquietudine nasca dentro di sé e che il giovane diventi curioso: lì potrai cominciare a dire qualcosa”. Infine il Papa ha ripetuto le parole di ieri sera dalla nunziatura: “Una ragazza ha detto: nel nucleo dell’uomo c’è la vulnerabilità. Siamo tutti vulnerabili? Sì, tutti. Dio ha voluto farsi vulnerabile, ha voluto vivere con noi, nella strada, vivere la nostra storia”.