No a “discepoli tristi e apostoli avviliti”. Incontrando il clero a Medellín, il Papa ha tracciato un identikit di chi si mette alla sequela di Gesù con una speciale consacrazione, chiamato a portare “la gioia vera, quella piena che nessuno potrà toglierci, la speranza di vita nuova che Cristo ci ha donato”. “La chiamata di Dio non è un carico pesante che ci toglie la gioia”, ha ammonito Francesco: “Dio non ci vuole sommersi nella tristezza e nella stanchezza che vengono dalle attività vissute male, senza una spiritualità che renda felice la nostra vita e persino le nostre fatiche. La nostra gioia contagiosa dev’essere la prima testimonianza della vicinanza e dell’amore di Dio. Siamo veri dispensatori della grazia di Dio quando lasciamo trasparire la gioia dell’incontro con lui”. “Dio è attento a noi, alle nostre comunità e famiglie”, ha garantito il Papa: “Il Signore ha rivolto il suo sguardo alla Colombia: voi siete segno di questo amore di predilezione. A noi spetta offrire tutto il nostro amore e il nostro servizio uniti a Gesù Cristo, nostra vite. Ed essere promessa di un nuovo inizio per la Colombia, che lascia alle spalle un diluvio di scontri e violenze, che vuole portare molti frutti di giustizia e di pace, di incontro e di solidarietà. Che Dio vi benedica; che Dio benedica la vita consacrata in Colombia”.