Migrazioni: mons. Galantino su Il Sole 24 Ore, “dalla Messa le ragioni per accogliere, proteggere, promuovere e integrare, come raccomanda il Papa”

“Quanto più sono gravi i problemi e quanto più complesse sono le situazioni tanto più c’è bisogno di ‘conoscere’, tanto più c’è bisogno di possedere elementi di valutazione oggettiva e intervenire”. Lo scrive mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, sul numero odierno de Il Sole 24 Ore in un articolo intitolato “Il nodo migranti si affronta solo conoscendolo”. “A me sembra – osserva – che proprio l’esercizio della conoscenza per una valutazione e un’azione oggettive stia diventando particolarmente faticoso in questo periodo. Ai diversi livelli: da quello necessario nei dialoghi privati al livello della comunicazione di massa”. Sulla mobilità umana e lo Ius culturae afferma: “Quello che ormai risulta chiaro a tutti è, da una parte, la pervicacia con la quale il tema-migrazioni venga affrontato sempre ed esclusivamente come problema di sicurezza piuttosto che come tema riguardante la convivenza sociale e la vita civile. Dall’altra, è evidente la scelta di considerare, a tutti i livelli, il tema-immigrazione e quanto si muove intorno a essa come arma elettorale”. Galantino aggiunge: “Sembra che per alcuni politici o aspiranti tali sia diventato l’unico osso da azzannare per assicurarsi la ‘poltrona’”. Il tema-immigrazione e il tema dello Ius culturae “ricacciati nell’ambito della sicurezza e ridotti sempre più ad arma elettorale sono le direttrici sulle quali si sta muovendo gran parte della comunicazione”.
Questo vale, secondo il segretario generale della Cei, per la tv, i giornali e i social. Salvo, scrive, lodevoli eccezioni, che indica esplicitamente. E infine: “In un clima nel quale si fa fatica a leggere testi informati e documentati capaci di liquidare l’ideologismo fine a se stesso, ha fatto scalpore la ridda di posizioni, al limite dell’accettabile, scatenatesi intorno a un prete si è ‘permesso’ di portare in piscina giovani immigrati. Gli autori di questi attacchi non si sono accorti che quello che ha fatto don Biancalani, avviene altrove – da parte di altri preti e non preti – già da anni e senza che alcuno si scandalizzi o abbia da ridire”. “Eppure lì, nel Pistoiese, qualcuno, in nome della propria ideologia, ha pensato addirittura di dover ‘vigilare’ sul modo in cui il prete avrebbe celebrato la santa messa. Ignorando in maniera grossolana che proprio dalla santa messa – per chi non la considera un teatro a vaga trama religiosa – prendono corpo le motivazioni che portano ad ‘accogliere, proteggere, promuovere e integrare’, come raccomanda Papa Francesco”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy