Mostra del Cinema: la Commissione Nazionale valutazione film della Cei fa il punto sulle proiezioni del sesto giorno, 4 settembre

Three Billboards outside Ebbing, Missouri © 2017 Twentieth Century Fox Film Corporation

Lunedì 4 settembre sono tre i film del Concorso visti dall’Agenzia Sir con la Commissione Nazionale valutazione film della Cei, grazie alla presenza del Segretario Massimo Giraldi giurato a #Venezia74 per il premio cattolico internazionale “Signis”.

Primo film della mattinata di oggi è “Una famiglia” di Sebastiano Riso, secondo regista italiano che passa nella sezione principale del Festival dopo Paolo Virzì. Il film è la storia di una coppia, Maria (Micaela Ramazzotti) e Vincent (Patrick Bruel), che accetta di concepire dei figli su commissione. Un primo bambino purtroppo muore prematuramente, un secondo figlio nasce e viene consegnato a una coppia omosessuale, salvo poi scoprire che anche questo figlio è malato, motivo per cui la coppia committente fa un passo indietro. “Possiamo partire – indica Massimo Giraldi – dalle parole utilizzate della protagonista Micaela Ramazzotti in conferenza stampa, dichiarando che l’opera si concentra su un progetto criminale con una voglia di ribellione da parte della protagonista, della madre”. Continua Giraldi: “Il tema portante del film non è esplicitamente quello dell’utero in affitto (che di fatto rientra in chiave problematica nelle dinamiche della narrazione), ma è quello dell’adozione, che oggi in Italia è oltremodo difficile. Su queste tematiche il racconto si muove in modo molto incisivo, con snodi complessi, mostrando tutto il dolore di queste situazioni. Nel contempo il film apre timidamente uno spiraglio di cambiamento. La proiezione è stata accolta dalla stampa in maniera discordante, tra applausi e dissensi. Sebastiano Riso indugia nel mélo, scivolando nel racconto a tesi, che su temi del genere è sempre un passo falso. ‘Una famiglia’ è un’opera dunque che si muove a corrente alternata, da valutare come complessa e problematica”.

È invece una bella sorpresa “Three Billboards Outside Ebbing, Missouri”, secondo film della mattinata. Regista è l’inglese Martin McDonagh che scrive e dirige, allo stesso modo di Clooney, un dramma esistenziale sulla periferia statunitense condito di umorismo nero. Protagonista è l’attrice Frances McDormand. “L’incipit del film – spiega Giraldi – è lo stupro di una giovane da parte di un gruppo di teppisti. Mesi dopo, le indagini sono a un punto fermo e così la mamma della ragazza, Mildred Haynes (McDormand), ricorre a tre grandi cartelloni pubblicitari sulla strada per la cittadina di Ebbing nel Missouri per richiamare l’attenzione sull’accaduto e smuovere le coscienze della comunità. La sceneggiatura ha grande forza espressiva e la regia è oltremodo incisiva, trasmettendo uno sguardo positivo verso il perdono, un perdono reciproco. Il regista dimostra notevole padronanza della macchina da presa e la capacità di valorizzare al meglio gli interpreti (nel cast anche Woody Harrelson, Sam Rockwell e Abbie Cornish)”. Rilancia sempre il segretario della Cnvf: “Nel complesso il film mantiene bene la tensione del racconto, ponendosi come un’opera difficile, spinosa, ma ben calibrata, riuscita. Insomma, un altro titolo in lizza per un premio. ‘Three Billboards Outside Ebbing, Missouri’ è un film complesso, problematico e adatto per dibattiti”.

È stato anticipato invece ieri sera alla stampa “Ex Libris. The New York Public Library” di Frederick Wiseman, il grande documentarista statunitense premiato con un il Leone d’oro alla carriera nel 2014, anno del suo film “National Gallery” dedicato al museo inglese. “In questo suo nuovo lavoro fiume (197 minuti) – sottolinea Massimo Giraldi – il regista mette in scena la famosa biblioteca di New York, un’istituzione a servizio del pubblico che diventa sintesi di un mondo e di una società, collante di diverse culture e di ricchezza espressiva. Ottime le intenzioni dell’autore, ma faticosa la visione; lo spettatore è esposto a una durata eccessiva, rischiando di perdere il passo del film. In sintesi, è certamente consigliabile, problematico e adatto per dibattiti, per una riflessione sui luoghi di cultura e memoria nella società contemporanea”.

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