Mostra del Cinema: la Commissione nazionale valutazione film della Cei fa il punto sui film di domenica 3 settembre

The Leisure Seeker. Ella & John

Quinto giorno della 74ª Mostra del Cinema della Biennale di Venezia. Con Massimo Giraldi, segretario della Commissione Nazionale valutazione film Cei, che è a #Venezia74 come giurato per il premio cattolico internazionale “Signis”, il Sir ha visto in anteprima i film in Concorso presentati domenica 3 settembre.
Ad aprire la giornata di proiezioni è stato Paolo Virzì con “The Leisure Seeker. Ella & John”, opera tratta dal romanzo “In viaggio contromano” di Michael Zadoorian (in Italia, Marcos y Marcos). Helen Mirren e Donald Sutherland interpretano una coppia anziana, Ella e John, che decide di lasciare la propria abitazione, senza informare i figli, per mettersi in viaggio alla scoperta di se stessi e dell’America. I due intraprendono un viaggio in libertà tra le grandi autostrade statunitensi e i camping dove fanno sosta con il camper. “L’obiettivo – sottolinea Giraldi – è quello di assaporare nuovamente quel senso di libertà goduto negli anni giovanili. Ma la vita si fa sentire, perché i due coniugi non godono di una buona salute: John ha un forte Alzheimer, mentre Ella è corrosa da un tumore che non dà tregua. Il film dunque si snoda su un doppio binario, tra l’ironia frizzante e cadute drammatiche. Virzì affrontando un racconto molto americano non si sottrae alla suggestione di girare un film on the road, secondo il classico genere hollywoodiano alla ‘Easy Rider’. Il regista mostra una notevole crescita artistica, soprattutto nella gestione del viaggio e dei due grandi interpreti internazionali. Nel complesso l’opera è valida, pur con qualche insidia narrativa. Un film complesso, problematico e per dibattiti”.
Sempre nella mattinata è stato presentato il film fuori concorso “Victoria & Abdul” del regista inglese Stephen Frears, tratto da libro del giornalista Shrabani Basu. Judi Dench veste i panni della regina Vittoria sul finire del suo lungo regno. Il film si focalizza sull’incontro tra la sovrana e un giovane indiano, Abdul, che arriva a Corte come inviato dall’India per rendere omaggio alla regina in occasione del suo giubileo. Tra i due nasce una simpatia, che trova poi il passo di una bella amicizia, nonostante le mille invidie esplose nei palazzi reali. “Oscillando tra verità storica e finzione – commenta Giraldi – Frears non riesce tuttavia a valorizzare la materia raccontata in maniera adeguata, pur avendo a disposizione una grande interprete come Judy Dench. Il film inciampa in qualche passaggio meno felice, in maniera didascalica e persino prevedibile. Il regista infatti scivola verso il racconto fiabesco, privo di mordente. Un’opera rassicurante senza troppi sussulti, con poca consistenza. Nota di merito per la Dench, sempre misurata e attenta alle sfumature del proprio personaggio. Il film è consigliabile, semplice”.
Passiamo al francese “La villa” di Robert Guédiguian. Si tratta di un gruppo di personaggi legati da rapporti familiari che si trova in una villa nel golfo di Marsiglia per risolvere alcune questioni pratiche. Ben altri problemi però incombono: incomprensioni, gelosie e rimpianti. “Poetico e struggente – indica Giraldi – ‘La villa’ diventa una metafora della fine di un’epoca, dell’affacciarsi di problematiche sempre più complesse come la perdita del lavoro, la fine dell’ideologia, la vecchiaia o la questione dei migranti. Guédiguian, autore di ‘La città è tranquilla’ e ‘Le nevi del Kilimangiaro’, compone un racconto intenso, andando a fotografare i cambiamenti all’interno della dimensione familiare nonché sociale. Si registra il dolore per la perdita del passato, per una realtà ormai trasformata. C’è una malinconica presa d’atto del cambiamento, dinanzi al quale l’uomo resta impotente e quasi incapace di reazione. Come nei film precedenti, Guédiguian si serve di interpreti affiatati e ben calati nei singoli ruoli, che danno spessore e convinzione alla storia. È indubbiamente un titolo molto forte all’interno del Concorso veneziano, che si candida a un possibile premio, per i temi che affronta e per il modo in cui li gestisce. È un’opera complessa, problematica e certamente utile per dibattiti”.

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