
I vescovi e i referenti per la mobilità umana delle Conferenze episcopali di Messico, Guatemala, Honduras ed El Salvador si sono ritrovati la settimana scorsa a Tapachula (Messico) nel loro quarto incontro con l’obiettivo di analizzare, condividere e promuovere azioni pastorali per essere di aiuto ai tantissimi migranti e rifugiati che transitano per questi Paesi confinanti. Lo si apprende dal sito della Conferenza episcopale messicana che pubblica adesso il documento finale, datato 31 agosto. All’incontro hanno preso parte anche padre Michael Czerny, sotto-segretario della sezione Migranti e rifugiati del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, e padre Robert Stark, assessore della stessa sezione del Dicastero vaticano. “Ricordiamo – si legge nella nota – che la migrazione è una sfida aperta in gran parte del mondo e una priorità per la Chiesa cattolica. Nella nostra regione la migrazione si è trasformata, così come la chiama Papa Francesco, in crisi umanitaria. Una situazione che ci chiede azioni pastorali decise e ben strutturate”.
I vescovi ricordano che particolarmente in America Latina i flussi migratori sono cresciuti per varie cause, tra le quali la povertà, la mancanza di opportunità di sviluppo, la marginalizzazione sociale e la violenza, soprattutto nei Paesi dell’America Centrale. Nei vari Paesi , le politiche e le azioni migratorie, “motivate dalla salvaguardia della sovranità nazionale”, le scelte economiche e la crescente “insicurezza, provocato dalla criminalità organizzata e dal narcotraffico”, finiscono con il provocare “azioni e scelte politiche antimigranti”. Il risultato è la creazione di una “società del rischio, nella quale il migrante si trova ad essere senza una terra, escluso dai propri luoghi d’origine, privato dei suoi diritti nel suo cammino e della dignità nella sua destinazione”.
In risposta alla politica del presidente degli Stati Uniti, che “ha provocato timore e incertezza, non solo tra i migranti di transito, ma anche in coloro che si sono stabiliti in quel Paese”, “è necessario – si legge nel testo – che la nostra azione promuova una politica migratoria orientata allo sviluppo integrale delle persone e dei popoli. La Chiesa è chiamata a svolgere il ruolo di protagonista” nei vari aspetti del fenomeno migratorio, a partire dalla sensibilizzazione di tutti i settori della società. La nota è firmata da mons. Álvaro Ramazzini Imei, vescovo di Huehuetenango (Guatemala), mons. Ángel Recinos Lemus, vescovo di Zacapa (Guatemala), mons. Elias Samuel Bolaños, vescovo di Zacatecoluca (El Salvador), mons. Guillermo Ortiz Mondragón, vescovo di Cuautitlán (Messico).