Africa: vescovi e presidenti Caritas denunciano “élite corrotte e potenze straniere che impoveriscono il nostro popolo”

“I nostri cuori sanguinano nel vedere che la miseria del nostro popolo è spesso provocata da alcuni nostri dirigenti in collaborazione con potenze straniere, quando invece sono stati eletti per migliorare la situazione della nostra popolazione”: è la denuncia dei vescovi africani, presidenti delle Conferenze episcopali e delle Caritas nazionali, nel documento finale a conclusione del meeting “Organizzare il servizio della carità in Africa: il ruolo dei vescovi”, promosso da Caritas Africa, in collaborazione con Caritas internationalis, che si è svolto dal 17 al 20 settembre a Dakar, in Senegal. Erano presenti anche il cardinal Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e il cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila e presidente di Caritas internationalis. Nel documento, pervenuto al Sir, i vescovi e presidenti Caritas rappresentanti di 43 Paesi africani, ricordano le parole di Papa Francesco sull’aereo che lo riportava a Roma dalla Colombia: “L’Africa non è una terra da sfruttare ma un’amica da amare, aiutare e far crescere”. La corruzione dei dirigenti e il coinvolgimento di nazioni straniere, precisano i vescovi, “ci obbligano ad agire per spegnere i focolai di tensioni che accendono e alimentano, spingendo i nostri giovani all’esilio oppure trasformandoli in militanti dell’estremismo politico e religioso”. Inoltre, proseguono, “l’insufficienza dei nostri mezzi non deve costituire una scusa per l’attendismo, poiché lo sviluppo dei poveri non può che essere opera dei poveri stessi”.
Perciò incoraggiano “gli scambi reciproci Sud-Sud e Nord-Sud all’interno delle nostre Chiese, la capitalizzazione dell’esperienza e la condivisione delle competenze e delle risorse, l’armonizzazione a tutti i livelli delle direttive che guidano il nostro impegno collettivo”. I presidenti delle Conferenze episcopali e delle Caritas nazionali assumono poi una serie di impegni, tra i quali: “manifestare più attenzione alle problematiche delle migrazioni e dei rifugiati, alle conseguenze delle crisi politiche e delle catastrofi naturali”; “creare con i nostri partner opportunità per i giovani”; “rafforzare la partecipazione delle donne e rendere visibile il loro contributo allo sviluppo delle nostre famiglie e comunità”; “incoraggiare i dirigenti e le élite a mettersi al servizio del bene comune, denunciare instancabilmente i corrotti e chi contribuisce all’impoverimento delle masse come pure a strategie di mantenimento o accesso al potere”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo

Informativa sulla Privacy