Spiritualità

Usura e azzardo: la Consulta nazionale a Pompei per pregare per la conversione

“Per la prima volta giovedì 21 settembre, festa di San Matteo Apostolo, patrono delle Fondazioni antiusura, oltre duecento volontari insieme ad alcune vittime di usura e di azzardo, alle persone, alle famiglie e ai rappresentanti di imprese indebitate, si sono uniti nella preghiera contro l’usura e l’azzardo e la conversione degli usurai nel santuario di Pompei”. Lo ricorda una nota, diffusa oggi, dalla Consulta nazionale antiusura. Hanno pregato con loro il Rosario “Contemplare con Maria il volto di Cristo nei poveri, vittime dell’usura e dell’azzardo”, guidato dal presidente della Consulta antiusura, mons. Alberto D’Urso, anche gli avvocati, i commercialisti, i notai, gli ex bancari, gli ex giocatori d’azzardo, che quotidianamente a titolo di volontariato, prestano il loro servizio professionale nelle 29 Fondazioni riunite nella Consulta. Il Rosario e la Santa Messa sono stati animati dai volontari delle Fondazioni dell’Italia centro-meridionale, di Napoli, Bari, Gaeta, Avellino, Castellamare di Stabia, Matera e Foggia, in unione spirituale con le altre Fondazioni italiane che hanno organizzato nei territori analoghe iniziative .
“La Madonna ci ha raccolti in preghiera – ha dichiarato mons. D’Urso – facendoci vivere una bellissima esperienza. Maria, maestra di vita spirituale, ha indicato a tutti il sentiero della disponibilità, testimoniando con gesti concreti di attenzione e solidarietà la sua generosità a Cana di Galilea a favore di due sposi in difficoltà e a Ain Karen per Zaccaria ed Elisabetta che attendevano tra mille difficoltà la nascita di Giovanni Battista. Sono sicuro che il gesto di preghiera e amore presentato ai piedi della Madonna a Pompei porterà ora i suoi frutti a vantaggio di tanti fratelli. Affido ai devoti della Madonna questi nostri amici perché non si lascino irretire dal consumismo sfrenato e dalla pubblicità ingannevole dell’azzardo; affinché assicuri a tutti il lavoro e il necessario per vivere dignitosamente”.