Poveri
“La cultura della carità è la cultura dell’incontro e della vita, che si contrappone alla cultura della paura, dello scarto e della divisione”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, aprendo, oggi a Roma, il primo Consiglio permanente dei vescovi italiani da lui presieduto. “La Chiesa è chiamata a promuovere una cultura che si prefigge l’inclusione sociale dei poveri”, perché essi “hanno un posto privilegiato nel popolo di Dio”, ha proseguito citando l’Evangelii Gaudium e la Giornata mondiale del poveri che, per volontà di Papa Francesco, si celebrerà per la prima volta il 19 novembre. “Di fronte ai poveri la Chiesa italiana prende a modello san Francesco”, ha assicurato il cardinale: “Quando incontra il cavaliere nobile ma povero si toglie il mantello per darlo a chi è nel bisogno. Perché i poveri, anche se non fanno notizia, ci lasciano intravedere il volto di Cristo”. Poi la citazione di don Mazzolari: “Non avrei mai pensato che in terra cristiana, con un Vangelo che incomincia con ‘Beati i poveri’, il parlar bene dei poveri infastidisse tanta gente, che pure è gente di cuore e di elemosina”. Parole definite da Bassetti “attualissime perché la povertà, ancora oggi, è uno scandalo da nascondere e da occultare”. Andare verso i poveri, invece, “è inequivocabilmente una questione che investe la fede e che si riflette nel modo di vivere la Chiesa”. “La cultura della carità – ha precisato il presidente della Cei – è anche sinonimo della cultura di una vita, che va difesa sempre: sia che si tratti di salvare l’esistenza di un bambino nel grembo materno o di un malato grave; sia che si tratti di uomo o una donna venduti da un trafficante di carne umana. Noi abbiamo il compito, non certo per motivi sociologici o morali, di andare verso i poveri per una missione dichiaramente evangelica”.