
Una vecchia macchina per scrivere con un foglio su cui sono state stampate due poesie: “A mio padre” del poeta Alfonso Gatto, protagonista dell’ermetismo italiano, e parte di “Lettera alla madre”, poesia di Salvatore Quasimodo. Questa la scoperta rinvenuta nei pressi della stele in memoria del giudice Rosario Livatino – nella periferia di Agrigento – oggetto nei mesi scorsi di un atto vandalico. A pochi giorni dalla commemorazione dell’uccisione (21 settembre) di Livatino, ignoti hanno compiuto questo gesto. Nel darne notizia il direttore dell’“Amico del Popolo” (settimanale della diocesi di Agrigento), si chiede: “Chi ha deposto la macchina nei pressi della stele? Perché? Quale messaggio? Che cosa lega insieme Livatino, Quasimodo e Gatto? Perché due poesie riferentesi ai genitori, il Padre e la Madre?”.