Migranti: card. Montenegro (Agrigento), “a Lampedusa tanto allarme non corrisponde a verità”

“Non mi risulta che tanto allarme corrisponda a verità. Una cosa è dire che qualcuno ruba una bottiglia, altro è che i migranti stanno abusando o esagerando. Da quello che so, ed è fonte certa, questo non è ancora avvenuto. Ma visto che fa parte delle cose da dire si dice come se niente fosse”. Così il card. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento (la diocesi a cui appartiene anche Lampedusa) e presidente di Caritas italiana, commenta oggi al Sir le parole del nuovo sindaco di Lampedusa che accusa i migranti ospiti del centro d’accoglienza di “minacce, molestie e furti”. “È possibile che qualcuno possa aver rubato una bottiglia di vino  – dice a margine della presentazione al Senato del progetto “Sanità di frontiere” -. Ma mi chiedo: giovani costretti a stare giornate intere senza far niente è chiaro che chiusi in un ambiente comincino a diventare cattivi. Anche noi ci troveremmo nella stessa situazione”. A proposito della riapertura della rotta tunisina, con italiani che potrebbero essere coinvolti in traffici di migranti verso la Sicilia, il card. Montenegro non si meraviglia più di tanto: “L’uomo approfitta sempre, e dove può tirare a suo vantaggio tira. Il male è intelligente e le inventa tutto. Non sono angioletti a correre di qua e di là a portare persone. Prima c’era la droga, ora con ‘Mafia capitale’ abbiamo capito che conviene più mettersi nel campo delle migrazioni perché è meno rischioso. Anche noi, che siamo incompetenti, ci accorgevamo in tempi passati che quando si svuotava il centro di Lampedusa il giorno dopo arrivava un barcone. Quindi c’è qualcuno che guida”. Per questo, prosegue, “lo Stato e la società devono stare con gli occhi aperti. Noi continuiamo a meravigliarci come se fosse la prima volta di tutto ma la prima volta non lo è più, perché è già successo tante altre volte. Però se resta meraviglia e non resta azione, questa diventa responsabilità”.
A proposito degli accordi con la Libia che hanno bloccato le partenze risponde: “Gli accordi sì, ma che siano chiari. Se è vero quello che si dice sui giornali, che chi torna indietro viene torturato e si trova in campi di concentramento, non so se sia proprio questo il desiderio di chi ha fatto l’accordo. Se sia solo un voler togliere di mezzo chi dà fastidio e non interessarsi come e comunque. Credo che questo non rientri in un accordo sereno che permetta uno sviluppo verso il bene”. Sul rinvio della legge sullo ius soli il card. Montenegro pensa che “ci siamo dimenticati di guardare al futuro. Con un presente siffatto in qualche modo stiamo bloccando la strada, perché un futuro a chiusure ermetiche non sarà possibile e la storia passata ce lo dice”.  In merito all’enfasi che alcuni media hanno dato all’equazione migranti-malattie il presidente di Caritas italiana risponde: “I medici confermano che non sono i migranti a portare le malattie. È l’informazione che sta giocando poco garbatamente, anzi di proposito, e ha una propria responsabilità e un proprio tornaconto”.

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