
La Conferenza episcopale del Guatemala (Ceg) interviene con un duro comunicato definendo “vergognosa” la decisione del Parlamento di mantenere l’immunità per il presidente Jimmy Morales. In tal modo è stata respinta la richiesta della Commissione Cicig (Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala), che voleva verificare possibili episodi di corruzione messi in atto durante la campagna elettorale che ha portato il presidente, in precedenza comico televisivo, alla guida del Paese. Nella nota, pubblicata venerdì scorso e firmata dal presidente della Ceg, mons. Gonzalo de Villa, vescovo di Sololá-Chimaltenango, la Chiesa guatemalteca esprime il suo “rigetto di fronte a questo inqualificabile atto di arbitrarietà che promuove l’impunità e la corruzione; la sua condanna per uno dei più inqualificabili atti commessi dal Congresso della Repubblica, che, purtroppo, offre un ritratto della maggioranza dei legislatori del Paese; la sua indignazione di fronte all’utilizzo del Congresso della Repubblica da parte dei legislatori che, con la loro azione, mettono il Congresso stesso in una posizione indifendibile”. I vescovi invitano perciò la cittadinanza “ad esprimere in maniera energica la loro condanna” rispetto alla scelta del Parlamento.
Quella che si è consumata in questi giorni è una tappa di una vicenda che ha preso avvio a fine agosto, con la decisione del presidente Morales di espellere il presidente della Cicig, il magistrato colombiano Iván Velásquez. Successivamente la Corte costituzionale aveva bloccato l’espulsione. La Cicig, nata nel 2007, ha avuto un importante ruolo per arrivare alla condanna per corruzione che nel 2015 ha portato all’arresto dell’allora presidente della Repubblica, l’ex generale Otto Pérez Molina.