
Le Fondazioni antiusura riunite nella Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II giovedì 21 settembre per la prima volta celebreranno San Matteo Apostolo, patrono delle Fondazioni antiusura. Oltre 200 operatori volontari della Consulta nazionale parteciperanno, alle 18, nel santuario di Pompei, alla recita del Santo Rosario presieduta dal presidente della Consulta, mons. Alberto D’Urso. Seguirà la celebrazione eucaristica. L’appuntamento è stato concordato con l’arcivescovo e delegato pontificio di Pompei, mons. Tommaso Caputo. La proclamazione dell’apostolo ed evangelista Matteo, fortemente voluta dai volontari delle 29 Fondazioni Antiusura, è stata comunicata alla Consulta antiusura il 26 dicembre 2016, tramite il decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, che ha confermato l’elezione di San Matteo Apostolo a patrono delle Fondazioni antiusura. “La preghiera è fondamentale nel servizio dei volontari della Consulta nazionale antiusura e delle Fondazioni antiusura d’Italia che dedicano alle vittime dell’usura e dell’azzardo, anche defunte – spiega mons. Alberto D’Urso -. È Dio che benedice la fruttificazione della semina di bene che i collaboratori realizzano. L’invito alla preghiera è rivolto a tutti i credenti affinché la Madonna interceda per questo servizio gratuito e con spirito evangelico reso dai volontari; promuova la conversione degli usurai e di quanti in Italia sono responsabili della diffusione dell’azzardo che rende povera e disperata tanta gente”. L’usura e l’azzardo, prosegue mons. D’Urso, “sono piaghe che danneggiano sia l’economia del Paese sia la salute delle persone con la dipendenza dal gioco. A coloro che sono a conoscenza del nostro servizio rivolgiamo l’invito a indirizzare le vittime dell’usura e dell’azzardo alle sedi delle Fondazioni antiusura operanti in tutto il territorio nazionale, dove possono incontrare i consigli e la solidarietà dei Volontari, professionisti disponibili e preparati nel percorso di uscita dal tunnel umiliante di queste schiavitù”.