“La comunità non si costruisce sull’efficienza della sua macchina organizzativa, ma è una famiglia da amare”. Lo ha detto il vicario del Papa per la diocesi di Roma, mons. Angelo De Donatis, citando il card. Ugo Poletti, durante l’incontro con i sacerdoti e i diaconi permanenti, nella basilica di San Giovanni in Laterano, nella giornata conclusiva del convegno diocesano, aperto nel giugno scorso da Francesco. Il presule ha invitato ogni comunità parrocchiale a “riflettere con franchezza su quale sia la propria malattia spirituale, in occasione, ad esempio, di un’assemblea comunitaria”. E ha indicato tre vie per superare alcuni vulnus. “Le nostre comunità siano comunità di fede, che vivono della gioia dell’incontro col Risorto. La sequela di Cristo sia il cuore di ogni programma pastorale. Oltre a mettere Cristo al centro, le comunità sono invitate a riscoprire ‘il piacere di essere popolo’ – ha aggiunto citando l’Evangelii Gaudium -. Rimaniamo uniti, separarci dagli altri ci fa ammalare”. Poi, un altro invito: “Venite fuori dagli individualismi, non producono frutti”. E, infine, lo sguardo sulla malattia spirituale di comunità rinunciatarie di fronte all’evangelizzazione, “comunità introverse e ripiegate su se stesse. Qui la malattia consiste nella mancanza di fede nella Pasqua del Cristo Risorto”. Quindi, un incoraggiamento per tutti. “Basta cammini comunitari nei quali pretendiamo di costruire la Chiesa da soli secondo logiche tutte umane. Serve uno sguardo contemplativo e di fede. Quanto più una comunità cristiana si fa piccola e si concentra sulle relazioni tanto più diventa credibile e lascia passare la luce dello Spirito”.